Non esiste un vero e proprio film su Silvio Berlusconi. Probabilmente, purchè un’opera cinematografica del genere venga realizzata nella piena serenità e quindi presumibile sincerità, di chi debba eventualmente rappresentare una fonte attendibile, o di chi debba finanziarlo, non basta che il Cavaliere non copra più nessuna carica politica, ma probabilmente deve proprio uscire di scena andando al Creatore, diventando Storia e non più minaccia vera o presunta.
Sono stati girati innumerevoli documentari sul controverso e potente ex Presidente del Consiglio, tutti frutto di un’affannosa indagine in mezzo a tanti ostacoli di natura omertosa, tentativi di biografie non autorizzate, non confermate, disapprovate e querelate. Anche Il Caimano di Nanni Moretti non racconta la storia di Berlusconi in una vera e propria rappresentazione della vita del personaggio con una ricostruzione di episodi realmente accaduti: Il Caimano è un escamotage cinematografico che Moretti trovò nel 2006, epoca in cui sembrava ancora un miraggio la condanna della corte di appello riguardo al processo Mediaset, per non implodere, supponiamo, di rabbia e disapprovazione nel fallimento di una sinistra in cui aveva creduto tutta la vita.
Cosa pensa Moretti su Berlusconi è nel film dichiarato apertamente dal suo personaggio e da quello di Teresa (Jasmine Trinca) una giovane regista che ha la fortuna di incontrare Bruno (Silvio Orlando), un produttore cinematografico fallito, vulnerabile e in piena crisi di nervi e di matrimonio con Paola (Margherita Buy) che per non finire completamente dimenticato dall’ambiente di squali in cui ha sempre lavorato, protetto però dal patinato mercato dei b-movies degli anni Ottanta, si lancia in questo progetto “impegnato” imbattendosi prevedibilmente in tutte quelle difficoltà produttive metafora di un Paese che non ha mai del tutto reagito al torbido dei valori veicolati da quella destra lì, perché purtroppo ampiamente condivisi anche tramite un’azione capillare di una Comunicazione efficacemente empatica. Il Caimano-Moretti alla fine del film interpreta Berlusconi nel giorno del suo ipotetico processo in cui, come in una proposta di sliding doors premonitrice, viene condannato. Tuttavia nel film dentro il film (che Teresa e Bruno riescono finalmente a girare) le persone reagiscono malissimo alla sentenza, perché persuasi che ciò significhi l’avanzata del regime della casta dei Magistrati, risultato dell’idea di quanto le menti degli italiani siano state manipolate in anni e anni di silenziosa “cura Ludovico”.