Ormai non è più una notizia che Antonio Conte è il nuovo Commissario Tecnico della Nazionale italiana maschile di calcio. Non solo non è più una notizia perché sono già due giorni che si parla dell’incarico affidatogli, ma soprattutto perché già circa un mese fa, quando il mister leccese si dimise da allenatore della Juventus, qualcuno (malizioso o lungimirante?) aveva già intravisto il colore azzurro della panchina lasciata vuota da Claudio Cesare Prandelli.
Dal momento in cui si era diffusa la voce che Conte era stato contattato dal neo presidente delle FIGC Carlo Tavecchio, ex sindaco democristiano per quattro legislature di Ponte Lambro, il suo paese natale in provincia di Como, nonché ex banchiere (è stato dirigente del Banco di Credito Cooperativo – Alta Brianza), l’opinione pubblica (solo qualcuno, ovviamente) si era domandata se Conte, per una questione morale, fosse la persona giusta a ricoprire questo incarico che non è solo molto redditizio (circa 1,5 milioni all’anno che con gli sponsor supera i 3 milioni), ma anche d’immagine perché, volenti o nolenti, è uno dei massimi rappresentanti del calcio italiano all’estero.
Perché una questione morale? Conte il 22 agosto 2012 fu squalificato dalla procura della FIGC per ben dieci mesi per non aver denunciato la combina di due partite nella stagione 2010-2011 in serie B, quando allenava il Siena. Secondo la sentenza, Conte era a conoscenza che Novara – Siena e Albinoleffe – Siena sarebbero terminate con il risultato di 2-2 e 1-0.
La squalifica (comunque quasi inesistente poiché proibiva all’allenatore solo di non sedersi in panchina durante le gare ufficiali, ma poteva liberamente restare in contatto costante con i propri collaboratori, dirigere gli allenamenti e fare tutto ciò che un allenatore senza macchia fa di solito), fu comunque ridotta.
Allora, se non fa notizia l’assegnazione dell’incarico e la vicende del calcio scommesse, cosa c’è ora di nuovo? Quella stessa federazione che lo squalificò e che ora lo ha scelto come allenatore, ha ben pensato di continuare a collezionare uscite infelici. Nel sito della federazione di calcio, infatti, nel curriculum di Conte non compare alcun cenno della vicenda della squalifica. Si legge:
«(…) Nel 2006 inizia l’attività di allenatore nel Siena e nella stagione 2008-2009 ottiene il titolo di campione nel campionato cadetto con il Bari. Passato sulla panchina della Juventus nell’estate del 2011, si aggiudica il titolo di campione d’Italia per tre stagioni consecutive, impresa che in precedenza era riuscita solo a Carlo Carcano e Fabio Capello (…)».
Le capacità da allenatore di Conte comunque restano: negli ultimi tre anni ha vinto tre scudetti consecutivi con la Juventus, di cui l’ultimo con ben 102 punti. Tavecchio ha scelto l’allenatore che più ha vinto negli ultimi anni. Gode certamente della stima del nuovo presidente.
Ah, a proposito del nuovo presidente. Anche lui ha avuto i suoi guai collezionando varie condanne nel 1970 e gli anni ’90, tutte riguardanti reati di natura fiscale. Tavecchio stima Conte, i casi della vita.