Agli inizi degli anni Settanta, un professore di linguistica presso l’Università di Santa Cruz in California, John Grinder, e uno studioso di matematica, Richard Bandler, si posero una domanda: come fanno delle persone ad ottenere risultati straordinari? Per rispondere a questa domanda, iniziarono a studiare l’operato di alcuni terapeuti di successo, tra i quali Virginia Satir e Milton Erickson. Nacque così quella meravigliosa avventura chiamata Programmazione Neurolinguistica, o PNL (in inglese NLP). Essa è una neuroscienza che, partendo dalla neurologia, attraversa la biologia, la psicologia, fino ad arrivare alla linguistica. Dopo più di quarant’anni, la PNL si è evoluta e diffusa in molti Paesi del mondo; sugli scaffali delle librerie sono disponibili numerose pubblicazioni sull’argomento. Oggi vogliamo soffermarci su un libro, “Note di PNL“, appena uscito per i tipi di Polo Didattico, scritto da Michele Cardone, NLP Trainer e NLP Coach.
Michele, com’è nata l’idea di questo libro?
“Da una trasmissione radio, alla quale fui invitato come trainer di PNL. Il programma, molto simpatico, raccontava un tema attraverso le canzoni. Nel mio caso il tema fu la PNL. Mi chiesero di fare una lista di dieci canzoni con le quali raccontarla. Dagli appunti scarabocchiati in dieci minuti per quella trasmissione, è nato il primo nucleo del libro. Mi ero reso conto di quanto mi veniva naturale raccontare la PNL attraverso la mia grande passione: la musica“.
Cosa unisce la musica alla PNL?
“La musica è sempre la stessa da secoli, sette note che si susseguono, eppure è sempre diversa, si reinventa, viene cambiata, migliorata, reinterpretata. La PNL è come la musica: esiste da oltre quarantacinque anni, con i suoi principi base, che restano saldi, eppure si evolve. Infatti la PNL dei padri fondatori è stata, ed è tuttora, migliorata, sviluppata, rielaborata, sottoposta a nuovi approcci. È una disciplina viva, come è viva la musica“.
Da un lato abbiamo la PNL, una neuroscienza che può contribuire alla crescita personale di un individuo, dall’altra la musica, ampiamente utilizzata anche in campo terapeutico. In che modo l’unione di questi due strumenti può fare la differenza?
“La musica è capace di cambiare lo stato d’animo di una persona in un secondo: pensiamo alla musica della scena di un film, alla canzone cantata in coro durante un concerto o a quella legata a una storia d’amore. Fare la differenza, per me, tradotto alla lettera, significa avere la possibilità di cambiare, per migliorare. Per questo la musica è la dimostrazione che tutti abbiamo dentro di noi gli strumenti per cambiare. Cambiare lo stato in cui facciamo qualcosa è decisivo per la performance. La PNL studia come avvengono questi cambiamenti; la musica, come altre forme d’arte, è un grande facilitatore di certi processi“.
Facci un esempio pratico di come una canzone ha facilitato una performance.
“Da coach, quando voglio favorire un cambio di stato, a volte mi basta chiedere alla persona di parlarmi della sua canzone preferita. Se predilige un sistema rappresentazionale visivo (parlare usando un linguaggio visivo, ndr) gli chiedo di descrivermi le immagini che evoca… a volte propongo di ascoltare la canzone insieme. Io non faccio nulla, il coach non fa nulla se non dare stimoli. La musica è una risorsa che, come nel caso della canzone preferita, il coachee (il cliente ndr) “porta da casa”, ed è facilissima da utilizzare. La performance spesso diventa eccellente con piccoli interventi e la musica li facilita“.
Cosa ami di più della PNL?
“Della PNL amo il fatto che è un modello non perfetto. Nessuna delle cose che si fanno in PNL è matematica, in PNL uno più uno può fare due, ma anche zero, dieci o cento. La PNL è un atteggiamento, un’attitudine alla ricerca, una capacità (per restare nella metafora musicale) di improvvisazione. Solo i musicisti davvero preparati sanno improvvisare. Se si capisce questo, che non stiamo parlando di tecniche “oggettive”, allora abbiamo compreso davvero cos’è la PNL e la sua grande potenza. Non siano robot, siamo esseri umani: sette miliardi di esseri unici; la PNL è lo studio di questa unicità“.
Quale valore aggiunto dà la PNL alle persone?
“La PNL trasforma in scelte e possibilità ciò che, in molti casi, vediamo come vincoli. Se non vado d’accordo con qualcuno e voglio cambiare il mio rapporto con lui, ho gli strumenti per mettermi sulla sua stessa lunghezza d’onda; se ho un obiettivo, posso definirlo in modo tale da renderlo più funzionale per la mia persona. La maggior parte dei limiti che abbiamo sono generati da noi stessi: il valore aggiunto della PNL è anche quello di comprendere questa cosa importantissima. Se generiamo i nostri limiti, vuol dire che, con lo stesso processo con cui generiamo limiti, possiamo costruire possibilità. Questo è il grande messaggio della PNL“.
Per concludere: siamo alle porte di un nuovo anno, momento in cui si delineano nuovi obiettivi. Dacci un suggerimento per portarli a compimento.
“Non sono mai stato uno da buoni propositi per il nuovo anno… non ho mai pensato di iniziare diete, di cambiare vita, di essere più buono, e così via perché sta arrivando un anno nuovo. Iniziare con il piede giusto è iniziare a pensare che ogni giorno della nostra vita può essere un giorno speciale e lo è solo quando siamo capaci di apprezzare ciò che abbiamo, le cose semplici, come la possibilità di mangiare ogni giorno e la salute. Un obiettivo? Te ne propongo uno davvero buono per tutti: focalizzarsi sulle risorse e sulle possibilità, come? Prendiamo un taccuino con almeno 365 pagine e a partire dal primo gennaio, ogni giorno, al mattino, appena svegli, scriviamo tre cose che abbiamo realizzato il giorno precedente, tre cose che volevamo fare e abbiamo fatto. Io lo chiamo il consuntivo della nostra giornata. Alla fine di ogni settimana, guardare indietro alle 21 cose (piccole o grandi, non importa) che avremo fatto, ci aiuterà a capire che siamo sulla strada per farne oltre 1000 in un anno. Facendo 1000 passi si può cambiare vita. Scrivendo 3 note al giorno, in un anno, si può scrivere una composizione di oltre 1000 note”.
Michele Cardone, Note di PNL, Polo Didattico, 2017
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