Quando muore un ‘grande’, e Gigi Proietti lo era in ogni senso, è sempre difficile scrivere un pezzo su di lui; cadere nella banalità del solito coccodrillo preconfezionato è quanto di più semplice si possa fare in questa informazione odierna fatta di velocità a prescindere dai contenuti e di notizie vecchie solo perché qualcuno le ha date tre minuti prima degli altri.
Gigi Proietti merita ben altro, merita un ricordo che esca da ogni schema di ‘trombonate’ precotte. Vogliamo solo dire che quelli della nostra generazione, quelli dei cinquanta verso i sessanta, non solo sono cresciuti con i suoi spettacoli rispetto ai quali non si poteva non rimanere a bocca aperta per la bravura, si l’enorme bravura di un talento innato, ma anche hanno sempre riconosciuto in lui l’incarnazione del prototipo dell’ Artista eclettico per eccellenza. Sapeva fare di tutto: recitare divinamente, cantare, ballare e creare quel rapporto empatico con il pubblico che creava un legame indissolubile nel tempo.
Di Gigi Proietti, poi, ci piace ricordare non solo la filmografia cinematografica ed ancor di più il curriculum teatrale o le sue performance televisive che, fortunatamente, le teche Rai ci ripropongono di tanto in tanto ravvivando la brillantezza di ogni sua singola apparizione.
No, non è un ricordo super partes questo che stiamo velocemente componendo sulla tastiera del pc è un ricordo di parte, dalla tua parte e partigiano di quella Cultura popolare eppure così godibile e raffinata di cui sei stato enorme esponente a cavallo fra il ‘900 ed il terzo millennio.
Oggi siamo tristi, ma ci viene da sorridere pensando all’ultimo coup de théâtre che ti ha visto, tuo malgrado, protagonista lasciandoci nello stesso giorno del tuo compleanno: proprio il tuo stile, indiscutibilmente.
Mentre c’è ora chi ti ricorda come mattatore in teatro con il tuo inarrivabile A me gli occhi, please o come lo scalcagnato e fascinoso Mandrake in Febbre da Cavallo al cinema o, ancora, nelle vesti del Maresciallo Rocca in tv o le altre millemila occasioni che ti hanno visto protagonista a noi piace ricordarti con il tuo Laboratorio da cui è uscita una nidiata di attori italiani cui spetterà l’arduo compito di perpetrare il tuo nome di Maestro.
Hai lasciato molto a noi come pubblico, come operatori della comunicazione, come uomini. Speriamo di aver ricambiato la tua arte con altrettanto affetto lungo tutta la tua carriera.
Caro Gigi Proietti, è l’ora di salutarci e di omaggiarti un’ ultima volta. Ciao!