Quasi 1.700 civili, tra cui 363 bambini, sono stati uccisi nel conflitto in Afghanistan nella prima metà del 2018, il numero più alto mai raggiunto negli ultimi 10 anni. Secondo i nuovi dati diffusi ieri dall’UNAMA, i civili feriti tra gennaio e giugno sono stati 3.430, tra cui 992 bambini. Inoltre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono cresciuti in modo preoccupante gli attacchi armati alle scuole, compresi i 12 attacchi compiuti nella provincia di Nangarhar solo nell’ultimo mese.
Quasi il 50% delle vittime civili sono imputabili all’utilizzo di esplosivi rudimentali negli attacchi da parte dei gruppi anti-governativi, mentre gli scontri terrestri sono la seconda causa, seguiti da uccisioni deliberate, operazioni aeree e ordigni inesplosi.
“É molto preoccupante assistere a un numero così elevato di vittime civili in Afghanistan, dove negli ultimi anni la situazione della sicurezza è peggiorata continuamente,” ha dichiarato Onno van Manen, Direttore per l’Afghanistan di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
“Sta diventando sempre più pericoloso per gli afghani condurre una vita normale e lo è anche per ì bambini rispetto alla scuola. Più di 3,5 milioni di bambini sono infatti già esclusi dall’educazione e il conflitto non può che peggiorare questa situazione.”
“Gli attacchi sui civili, in particolare quelli sui bambini, non possono essere tollerati. Non solo sono causa di morte o ferite, ma lasciano anche segni profondi e conseguenze gravi a livello psicologico e di sviluppo nel corso della crescita dei più piccoli. Save the Children condanna questi attacchi e fa appello alle parti in conflitto perché i bambini possano essere protetti.”
Save the Children è presente e opera in Afghanistan dal 1976, con programmi umanitari e di sviluppo per la salute, l’educazione e la protezione dei bambini.