Era da giorni che sentiva un freddo strano, innaturale.
Le temperature vivendo al sud erano sempre accettabili, anche in pieno inverno.
Ma lei sentenziò che un freddo così non lo avesse mai provato prima.
Pensò che le stesse venendo un malanno, giravano virus e influenze terribili.
«Abbiamo un freddo umido!» le disse una vicina.
E intanto si copriva sempre più, sciarpe, berretti, il cappuccio del giubbotto sempre alzato. Per strada non la riconosceva più nessuno così imbacuccata. I giorni passavano, il malanno non arrivava ma il freddo che sentiva non l’abbandonava mai.
Era come se provenisse dall’interno delle viscere e prendesse tutto, ossa muscoli, sangue.
«Ma tesoro, copriti di più.»
«Mamma ho addosso più vestiti che pelle.»
«Allora va a farti controllare dal medico.»
Era bello quando viveva con la mamma ed era lei a prendersi cura di lei.
Spesso da bambina la notte si infilava nel lettone, ricorda ancora il calore che c’era sotto quelle coperte.
Non l’aveva piu sentito quel calore, con nessuno degli uomini che aveva avuto.
***
«Si spogli!»
«Dottore è necessario? Sto congelando!»
«Certo che è necessario, come la visito che sembra uscita da un’escursione al polo Nord!»
Anita si vergognò terribilmente, nessuno aveva un minimo di pietà.
Si spogliò lentamente, mentre il medico sbuffava.
«Su signorina, ho la sala d’attesa piena!»
All’ennesimo rimprovero, il gelo si fece più potente, senti che stava per svenire, si appoggiò al dottore afferrando il suo braccio. Il medico era caldo. Fu caldo per pochi istanti. D’improvviso il suo tocco lo gelò. E rovinò a terra rigido come un ghiacciolo.
«Ma che succede?»
Anita incredula per l’accaduto si rivestì in fretta e fuggì senza farsi vedere dalla segretaria del medico.
Non capiva se fosse successo davvero o se fosse tutto un incubo.
Aveva congelato il dottore, che le stava succedendo? Intanto si rese conto che quel freddo potente che aveva sentito fino a pochi istanti prima era più tollerabile.
D’improvviso le venne come un’idea assurda. Voleva capire, doveva capire.
Andò a trovare il suo ex che l’aveva tradita con quella che pensava fosse la sua migliore amica.
Trovò da lui anche lei.
“Bene! Due piccioni con una fava!” pensò.
«Anita che vuoi?»
«Eccovi, state proprio bene insieme.»
Prese ognuno per un polso e successe.
Prima non si era trattato di un incubo, l’involontaria sorte del dottore, Anita la inflisse ai due traditori. Giacevano immobili e rigidi sul pavimento.
Ghiacciati.
«Inizio a sentire caldo.» disse Anita e si tolse il giubbotto.
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine