Anna d’Alençon-Valois
“Anna che custodì il giovane mago” di Maura Maffei edito da Parallelo45 Edizioni è il nuovo romanzo storico della scrittrice savonese.
L’autrice non è nuova ai nostri lettori che l’hanno già apprezzata nell’intervista sul romanzo “Quel che abisso tace”. Ancora una volta Maura Maffei ci racconta una storia appassionante, ricca di pathos e sentimenti che si intreccia con il giallo di alcuni eventi su cui l’autrice punta la lente d’ingrandimento.

“Anna che custodì il giovane mago” di Maura Maffei è un romanzo storico, ambientato nel XVI sec. e incentrato sulla figura di Anna, marchesa del Monferrato. Anna è una donna potente con una vita caratterizzata da lutti e molta solitudine, fino a quando alla sua porta non bussa un quindicenne… La storia raccontata da Maura Maffei si arricchisce di intrighi, amori contrastati e ricordi del passato. Il ragazzo di cui si dovrà occupare è braccato in tutta Europa dai sicari di Enrico VIII Tudor. Chi è il giovane? Anna riuscirà a proteggerlo?
“Anna che custodì il giovane mago” di Maura Maffei
Come di consueto, ringrazio Maura Maffei per questa bella intervista che ci ha permesso di approfondire alcuni aspetti del suo libro e di parlare dell’evoluzione della sua scrittura. In merito a quest’ultimo argomento, l’autrice aveva già contribuito a raccontare in un’altra intervista la sua esperienza relativamente allo stress da pagina bianca che affligge numerosi scrittori!
Salve Maura, e ben ritrovata su Cinquecolonne. Oggi parliamo del suo ultimo romanzo e partiamo subito dalla protagonista, Anna. Ci inquadra brevemente il personaggio?
Buongiorno a lei e a tutti i lettori di Cinquecolonne! Anna, la protagonista del mio romanzo storico, è in realtà Anna d’Alençon-Valois. Per nascita, discendeva direttamente da Carlo Magno e dal re Filippo il Bello. Nel 1508, a 16 anni, giunse a Casale quale sposa del giovane marchese del Monferrato Guglielmo IX Paleologo. Fu quindi accolta da un’altra famiglia imperiale, perché i Paleologo rappresentavano in Piemonte il ramo cadetto degli ultimi imperatori romani d’Oriente. Anna d’Alençon fu figura di spicco nel Rinascimento europeo, ma oggi è assai meno conosciuta della cugina acquisita Caterina de’ Medici o della consuocera Isabella d’Este. Forse proprio perché sotto il suo marchesato si estinse la dinastia Paleologo. Per un incidente? Il mio romanzo, che è anche un giallo storico, sostiene invece l’ipotesi del delitto.
So che ama particolarmente questa donna, ci racconta perché?
La personalità della marchesa Anna, come ci viene tramandata dalle cronache dell’epoca, è assolutamente affascinante. Perché seppe conciliare una grande capacità di gestire il potere con straordinarie doti di sensibilità, di tenerezza e di umanità. Nel mio romanzo, la ritraggo quasi cinquantenne, in un momento molto particolare della sua vita. È infatti costretta ad accogliere alla sua corte un conte irlandese quindicenne, Gerald Fitzgerald di Kildare. Ha i sicari di Enrico VIII Tudor alle calcagna perché è l’ultimo discendente della più importante famiglia cattolica d’Irlanda. Accogliendolo, Anna si ritrova a fare i conti con il suo passato, a riviverlo in flashback, perché il ragazzo irlandese fatalmente le ricorda il figlio diciottenne, Bonifacio IV del Monferrato, morto dieci anni prima in circostanze davvero ambigue.

Lei ha al suo attivo numerosi libri ambientati in periodi diversi. C’è un’epoca che la affascina maggiormente e sulla quale cerca sempre nuovo materiale come fonte di ispirazione per i suoi romanzi?
Sebbene la maggior parte dei miei romanzi si svolga nel Medioevo, il mio secolo preferito è senz’altro il Settecento. Per questo ho scelto, nel 2023, nel compiere il trentennale di carriera, un romanzo ambientato durante la Rivoluzione Francese. Si tratta di “Lampada ardente” (Parallelo45 Edizioni) ed è in un certo senso il romanzo della mia vita: per raccontare questa storia, infatti, ho deciso di diventare scrittrice, tanti anni fa. Avrebbe dovuto essere il mio romanzo d’esordio, invece, per vari motivi è stato pubblicato trent’anni dopo, cosa che mi ha permesso di migliorarlo in più redazioni. Il mio desiderio era quello di raccontare attraverso una saga famigliare il 1794, l’anno di Robespierre, non solo attraverso l’atmosfera giacobina di Parigi, ma anche attraverso quella eroica della Bretagna antirivoluzionaria, fedele a Dio e al re.
Analizzando tutti i libri che ha scritto fino a oggi, ha notato qualche cambiamento nella sua scrittura? Non so, ha riscontrato nel suo stile, nel modo di raccontare o nel linguaggio qualche variazione rispetto agli anni precedenti?
Nel tempo, il grande traguardo raggiunto è stato senz’altro relativo alla sicurezza nello stile. Ricordo, all’inizio, la fatica nel tradurre le immagini che avevo in testa in parole limpide, in frasi incisive, in metafore azzeccate. Sino alla svolta, una decina di anni fa, quando mi sono accorta che ormai i romanzi nascevano da soli, senza più alcuno sforzo. Ho cominciato a riconoscermi in ciò che scrivevo, a comprendere che quel modo di esporre era proprio il mio, mi apparteneva, vestiva d’ombre e di luce la mia anima. Non è facile da spiegare, ma ormai posso contare su uno stile acquisito, con tutte le sue sfumature, che mi assomiglia e mi asseconda, come se avesse il mio stesso volto. Risultato raggiunto grazie a un lavoro costante di molte riletture e d’incessanti colpi di lima, perché occorre avere il coraggio di tagliare e di riscrivere.

Ha già in cantiere un altro libro? Se sì, ci può anticipare qualcosa?
Sì, sto scrivendo un nuovo romanzo. Non credo che lo completerò quest’anno, perché è assai complesso. Ma ci tengo molto. Sono ancora calata nel XVI secolo, ma una quarantina di anni dopo rispetto al periodo in cui si svolge “Anna che custodì il giovane mago”. Questa volta torno in Irlanda, tra la contea di Kildare e Dublino, e racconto gli ultimi anni della vita di un’altra donna straordinaria, Margaret Ball. Vorrei infatti creare una sorta di dittico, tra i due personaggi femminili, la nobile marchesa Anna e la borghese Margaret, che fu tradita persino dagli affetti più cari. Del resto, entrambe ebbero a che fare con la famiglia Kildare. Se Anna accolse il Conte Mago, Margaret ebbe contatti con il suo misterioso figlio. E per adesso non posso aggiungere altro…