Studiare i circuiti neurali responsabili dell’ansia potrebbe favorire lo sviluppo di trattamenti più specifici ed efficaci. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sul Journal of Neurology e condotta da un team di studiosi dell’Università della Pennsylvania e del Temasek Life Sciences Laboratory. Guidati da Pei Chin e George Augustine, i ricercatori hanno utilizzato un modello animale per analizzare il legame tra i livelli di serotonina nel cervelletto e il comportamento ansioso. Comprendere tali meccanismi, sottolineano gli autori, è essenziale per elaborare nuove strategie terapeutiche.
Ansia: un nuovo studio americano
I risultati di questo studio potrebbero offrire preziose indicazioni per migliorare i trattamenti contro l’ansia e rispondere meglio alle esigenze dei pazienti. In precedenza, altre ricerche avevano ipotizzato che livelli elevati di serotonina nel cervelletto potessero contribuire all’insorgere di comportamenti ansiosi.
Il comportamento ansioso
Tuttavia, gli autori dello studio hanno osservato che, contrariamente a queste teorie, i soggetti che mostravano comportamenti ansiosi presentavano quantità ridotte di serotonina cerebellare, mentre quelli meno ansiosi ne avevano livelli più alti. Gli scienziati sono riusciti a modulare il comportamento ansioso intervenendo sui neuroni responsabili del rilascio di serotonina nel cervelletto, sia stimolandoli sia inibendoli artificialmente. Questi risultati aprono la strada a nuovi metodi per gestire e alleviare l’ansia.
Immagine di copertina: Depressione Uomo Ansia – Foto gratis su Pixabay