“Uniti per fermare il massacro di uomini, donne e bambini a Gaza, e per chiedere la liberazione degli ostaggi israeliani e dei civili palestinesi detenuti”: questo è stato il cuore dell’appello lanciato nel corso della manifestazione pubblica che si è svolta a Napoli, in piazza Vincenzo Calenda. L’iniziativa di protesta delle “Bambole Insanguinate”, promossa da Marisa Laurito, direttrice artistica del teatro Trianon Viviani, ha riunito cittadini, attivisti e rappresentanti del mondo culturale e civile per alzare la voce contro le violenze in corso e chiedere un’azione concreta da parte della comunità internazionale.
Bambole insanguinate, la forte protesta a Napoli
Un forte impatto visivo è stato dato dalla presenza di bambole imbrattate di rosso, simbolo crudo ma efficace della violenza subita dai più indifesi: i bambini. Un gesto che ha voluto scuotere le coscienze, rendendo tangibile l’orrore che quotidianamente si consuma in quelle terre martoriate.
L’evento rientrava poi nel programma della decima edizione di “Imbavagliati”, il festival internazionale di giornalismo civile, organizzato con l’associazione Fermatevi! e sotto il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli. Tra i partecipanti di rilievo, padre Alex Zanotelli e Giuseppe Giulietti, voci storiche dell’impegno per i diritti umani e la libertà di stampa.
Pericolo di deportazione
I promotori hanno denunciato con forza l’inazione della comunità internazionale, definendola soprattutto una forma di complicità che legittima gli eccidi e la sistematica sottrazione della terra palestinese. “Ogni giorno che passa – hanno affermato – la prospettiva di una deportazione di massa dei palestinesi dalla Striscia di Gaza si fa più concreta. La guerra continua ancora a mietere vittime innocenti, gli ospedali sono distrutti e gli aiuti umanitari restano bloccati, trasformando fame, sete e malattie in armi contro la popolazione civile.”
Immagine di copertina: Comune di Napoli