Specchi & Doppi

Controllo preventivo sul PNRR e Corte dei Conti: il governo spinge solo per quello finale

Controllo preventivo sul PNRR e Corte dei Conti. Il governo: solo quello finale. Le opposizioni e la magistratura s'indignano e protestano

Controllo preventivo sul PNRR e Corte dei Conti, subito nasce la solita querelle, più politica che di contenuto, per cui il governo spinge solo per quello finale e le opposizioni si stracciano le vesti inveendo e gridando alla compromissione della democrazia in Italia.

A dire il vero ci stiamo ‘facendo un po’ il callo‘ a questa dinamica, non certo nuova ma sicuramente asfittica e senza sbocco, mentre il Paese ha sempre più bisogno di risposte, sembra assistere alla scena degli orfanelli che aspettano nel film “Totò, Peppino e le fanatiche” con il massimo rispetto per il grande comico.

Controllo preventivo sul PNRR e Corte dei Conti

La questione del controllo preventivo, lasciatecelo dire, è del tutto stucchevole. Fermo restando l’assoluta necessità di controlli sulla spesa pubblica anche e soprattutto ad opera della magistratura contabile. Resta assolutamente imprescindibile che: in primis i soldi arrivino e poi che vengano finiti i progetti finanziati.

Resta insoluta, invece, una domanda che poniamo da più tempo: ma cosa c’è in realtà dentro questo famoso e ormai fantomatico PNRR? Esiste una lista delle progettualità presentate al finanziamento? Possiamo, come semplici cittadini ovviamente, avere contezza di questa lista? Riusciremo mai a capire per cosa sono stati chiesti questi fondi che dovevano rimettere in moto il Paese dopo la Pandemia?

Controllo preventivo: di nuovo scontro fra potere esecutivo e potere giudiziario?

Possiamo sempre arrivare a queste contrapposizioni fra poteri dello Stato? Possibile che non si riesca ad uscire da questo giogo vizioso di guerra intestina (a volte nemmeno tanto intestina ma molto manifesta) all’interno della stessa amministrazione pubblica?

Se prendiamo denaro a prestito, come parte del PNRR è, possiamo sapere per cosa pagheremo questi debiti? Cosa realizzeremo di preciso con questo debito? Dobbiamo intenderla alla stessa maniera del buon Gaber che nella sua famosissima «Mi fa male il mondo» sottolineava così:

Mi fa male che l’Italia, cioè voi, cioè io, siamo riusciti ad avere, non si sa bene come, due milioni di miliardi di debito. Eh si sa, un vestitino oggi, un orologino domani, basta distrarsi un attimo… e si va sotto di due milioni di miliardi. Questo lo sappiamo tutti eh.
Ce lo sentiamo ripetere continuamente. Sta cambiando la nostra vita per questo debito che abbiamo. Ma con chi ce l’abbiamo? A chi li dobbiamo questi soldi? Questo non si sa. Questo non ce lo vogliono dire.
No, no perché se li dobbiamo a qualcuno che non conta… va bè, gli abbiamo tirato un pacco e finita lì. Ma se li dobbiamo a qualcuno che conta… due milioni di miliardi… prepariamoci a pagare in natura. 

Intervista a cura di Serena Bonvisio

Foto di Alberto Sanchez da Pixabay

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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