La faccia si incrina
come un bicchiere
colmo di notte,
il respiro è un filo di seta
teso tra due abissi.
Le parole cadono
in frammenti di specchio
e riflettono volti mai nati,
labbra che mormorano
alfabeti d’acqua.
Nelle stanza senza pareti
il tempo si sbriciola
in granelli di luce,
ogni gesto è un’eco
che si perde
nel ventre del mondo.
Siamo foglie scritte a matita,
sbavature di un dio distratto,
attimi sospesi
sul filo di un ragno.
La luna si scioglie nel caffé,
il cuore batte in codice Morse,
« …—… »
segnali senza risposte.
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine