La storia di oggi ci permetterà di scoprire l'osservatorio e l'argomento dei disturbi alimentari ancora oggi troppo sottovalutato
Disturbi alimentari
Con l’obiettivo di sensibilizzare le persone e abbattere lo stigma nei confronti dei disturbi alimentari e della salute mentale, il servizio di psicologia online Unobravo ha presentato l’Osservatorio Unobravo sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione in Italia. La storia di oggi ci permetterà di scoprire l’osservatorio e l’argomento dei disturbi alimentari ancora oggi troppo sottovalutato.
Dall’Osservatorio Unobravo emerge che la maggior parte delle persone alla ricerca di supporto psicologico per possibili DAN si concentra nelle due regioni più popolose dello Stivale: Lombardia (27,3%) e Lazio (11,1%). Proseguendo, le percentuali più alte si riscontrano in Emilia-Romagna (9,9%) e Veneto (8,9%), mentre si scende di qualche punto percentuale nel Sud Italia, a partire da Campania (6,3%), Sicilia e Puglia (entrambe al 4,2%). Considerando le singole province italiane, invece, la maggiore percentuale di coloro che dichiarano di non avere un buon rapporto con il proprio corpo si trova a Milano (12%), seguita da Roma (9,2%), Bologna (3,6%) e Napoli (3,3%).
Parlare dei disturbi alimentari è molto difficile perché andiamo a toccare temi molto complessi. Per farlo, quindi, abbiamo scambiato quattro chiacchere con la Dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Direttore Clinico:
La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è di fondamentale importanza perché offre un’opportunità per promuovere la consapevolezza sui disturbi alimentari e per combattere il pregiudizio e lo stigma ad essi associati. Questa giornata ci invita a riflettere sull’importanza di una società inclusiva che sostenga e accolga chi si trova ad affrontare questo tipo di disturbi. Rappresenta, inoltre, un’occasione per promuovere l’importanza della prevenzione, della diagnosi precoce e del sostegno terapeutico per coloro che ne sono colpiti, contribuendo così a salvare vite e migliorare la salute mentale e fisica delle persone.
I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione sono caratterizzati da un comportamento disfunzionale riguardo il cibo. Possono verificarsi comportamenti di restrizione o di assunzione compulsiva di cibo seguiti da condotte di eliminazione, come nel caso dell’anoressia o della bulimia, oppure episodi di binge eating accompagnate dalla sensazione di perdita di controllo. Spesso i disturbi alimentari hanno cause e conseguenze psicologiche legate a problemi di autostima e, in alcuni casi, sono associati a problemi d’ansia e depressione. Da questa descrizione si evince chiaramente quanto I DCA coinvolgano l’intera personalità e non solo la condotta alimentare.
La sottovalutazione delle diagnosi di disturbi alimentari può essere attribuita a diversi fattori tra cui, ad esempio, una mancanza di consapevolezza poichè spesso non si è pienamente coscienti di come questi disturbi possano profondamente influenzare la vita di un individuo, sia a livello fisico che psicologico. Esiste, inoltre, ancora un forte stigma associato ai disturbi alimentari che porta molte persone a evitare di affrontare il problema o di riconoscerlo apertamente; per questo il timore del giudizio sociale può ostacolare l’accesso alla diagnosi e al trattamento. Ma, ancora, pensiamo a fattori quali, ad esempio, canoni fisici imposti dalla cultura di riferimento, necessità di una formazione ad hoc tra gli operatori sanitari e complessità della diagnosi.
In Italia le istituzioni e gli enti privati hanno messo in campo, nel tempo, iniziative per contrastare questo problema, è un primo passo ma molto ancora c’è da fare. Stando ai dati raccolti dal Ministero della Salute, nel periodo 2019-2023, oltre 3 milioni di persone in Italia hanno ricevuto una diagnosi di disturbo del comportamento alimentare (DCA) o della nutrizione e dell’alimentazione (Dna). Si tratta di una situazione clinica complessa che coinvolge minori, adolescenti e adulti, indipendentemente dal genere. Il dato più preoccupante, oggi, riguarda la carenza di centri specializzati e la loro distribuzione non uniforme sul territorio nazionale che impediscono una presa in carico adeguata e tempestiva dei pazienti con questi disturbi e delle loro famiglie.
Come Unobravo, spinti proprio dall’obiettivo di agevolare la presa in carico dei pazienti, a novembre 2022 abbiamo dato vita a un progetto ambizioso insieme all’associazione no-profit Animenta: rendere accessibile la terapia a tutte le persone che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare e ai loro familiari o amici, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, raggiungendo anche chi non riuscirebbe a ricevere un supporto psicologico tempestivo e appropriato. Per renderlo possibile abbiamo selezionato un’équipe di professionisti esperti sulle tematiche dei disordini alimentari, consapevoli dell’importanza di un lavoro di team multidisciplinare.
Il percorso è sicuramente ancora molto molto lungo e complesso e richiede un approccio multidimensionale capace di coinvolgere in maniera concreta diversi settori, compresa la sanità, l’istruzione, i media e la politica pubblica. E’ importante diffondere consapevolezza rispetto a cosa sono i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, quali forme possono assumere e allenarci a coglierne i segnali.
Fondamentale, inoltre, fare prevenzione, nelle scuole, attraverso campagne mediatiche informative e risorse online, in grado di mirare anche alla riduzione di quelli che possono essere i fattori di rischio associati ai DCA – dall’insicurezza corporea alla pressione sociale per conformarsi a determinati standard estetici e i modelli di alimentazione disfunzionale.
E’ fondamentale anche sostenere chi è vicino ai pazienti che hanno sviluppato un DCA affinché possa supportarli, senza il rischio che si instaurino dinamiche poco funzionali, proprio alla luce dell’importanza che il contesto familiare e sociale riveste nel superamento di questo tipo di difficoltà.
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