Docenti e statali scendono in piazza, uniti per tutelare i servizi dei cittadini ed il salario dei lavoratori. Dalla scuola e dal mondo universitario alla sanità, passando per i servizi pubblici locali si mobiliteranno il giorno 8 novembre per una storica manifestazione nazionale a Roma che convoglierà le firme dei maggiori sindacati nazionali, Cgil, Cisl e Uil.
Dal loro comunicato stampa del 19 settembre scorso si apprende la finalità della protesta, che è quella di “sfidare il Governo degli illusionismi e delle divisioni; per chiedere una vera riforma delle Pa, dei comparti della conoscenza, dei servizi pubblici. E per rivendicare il diritto al contratto nazionale di lavoro tanto per i lavoratori pubblici quanto per quelli privati”. Vexata quaestio quella del blocco delle retribuzioni, sul quale il Governo sembra ancora indeciso sul da farsi, per non parlare poi di altri argomenti scottanti quali quello dei tagli all’istruzione e degli oltre dieci anni di blocco del turnover. Se quanto annunciato dal Governo Renzi sarà confermato (cancellazione degli scatti fino al 2019 e niente anzianità a partire dall’anno prossimo)ciò significherà mancato rinnovo del ccnl ossia blocco del contratto nazionale e retribuzioni ferme, senza adeguamento dei salari al costo della vita.
Sul tema precariato, poi, al di là dell’accusa di Renzi ai sindacati di pensare solo a chi i diritti già ce li ha, si è consapevoli in modo unanime che urge una riforma che dia maggiori certezze e tutele ai lavoratori. C’è molto da fare e anche riguardo la situazione spending review sono necessari, secondo i sindacati, un progetto a lungo termine e reali investimenti per arginare l’inviso fenomeno di una spesa pubblica in continuo aumento nonostante gli innumerevoli tagli.
Unico motivo di dissenso tra i sindacati il famigerato art.18 della L.300/70 (Statuto dei lavoratori), la cui modifica proposta dal Governo, è oggetto in questi giorni di pareri discordanti. Mentre infatti la Cgil di Susanna Camusso non sembra disposta a rivedere l’articolo e anzi vorrebbe estenderne le tutele anche alle nuove assunzioni, Cisl e Uil aprono a una trattativa con Renzi e sono più orientati a chiedere maggiori garanzie sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, evitando di scendere troppo nei dettagli sulla norma. Oggetto discordante è il diritto al reintegro. Per Bonanni (Cisl)la priorità è uscire dal tunnel del precariato, mentre Angeletti (Uil) è deciso a preservare la tutela reale dell’articolo 18 a chi già ce l’ha, aprendo ad un’eventuale rivisitazione per i nuovi assunti. La trattativa interna è dunque in corso: l’obiettivo dei sindacati è di ottenere sul lavoro la stessa posizione comune raggiunta sul settore pubblico. Scendere in piazza uniti contro il blocco delle buste paga a novembre è di certo il primo passo.