Le donne al lavoro salveranno l’Italia? La domanda posta tra il serio e il faceto con la quale iniziamo il contributo di oggi prende le mosse da una dichiarazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni a margine del Salone Internazionale del Mobile svoltosi a Rho Milano Fiera. Se nel suo intervento ha ricordato l’importanza di tutelare e promuovere il brand Italia, subito dopo, il premier ha illustrato brevemente quella che è la sua visione sul lavoro in Italia: più donne.
Immigrati e Pil italiano
Il Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione realizzato da Fondazione Moressa nel 2022 dice che gli immigrati hanno danno un contributo al Pil italiano del 9%. I settori più incisivi sono l’Agricoltura (17,9%), la Ristorazione (16,9%) e l’Edilizia (16,3%). La presenza degli immigrati si concentra nei segmenti medio bassi: gli immigrati svolgono per il 31,7% lavori non qualificati e solo per il 7,8% lavori qualificati e tecnici. Inoltre, questione da non sottovalutare, gli immigrati presenti sul territorio italiano sono in età lavorativa incidendo poco o nulla su voci di spesa pubblica come pensioni e sanità.
Donne al lavoro: i dati
Secondo i dati Istat relativi ai primi nove mesi del 2022 sull’occupazione femminile, le donne impiegate sono il 50,8%. Nelle regioni del Centro Nord si arriva anche al 66,3% (Trentino Alto Adige) al Sud si scende fino al 30,3% (Sicilia). Le donne lavorano per lo più come impiegate (64,4%), come addetti alla vendita e ai servizi (58%) o come insegnanti o svolgono altre attività intellettuali (54,8%). Svolgono professioni tecniche il 39,7% delle donne che rappresentano il 25% dei dirigenti e degli imprenditori (dati Fondazione Moressa).
Meno immigrati e più donne?
Il rapporto sull’economia dell’immigrazione conclude la sua fotografia indicando come soluzione per aumentare la manodopera italiana il coinvolgimento di giovani e donne. Il 50% delle donne che non lavorano sono impiegate nell’accudimento della casa, dei figli o degli anziani. Dare risposte a queste esigenze potrebbe dare nuove occasioni lavorative anche a loro. Dello stesso parere si è dimostrata anche il presidente del Consiglio Meloni. Le donne potrebbero essere una buona risorsa lavorativa senza dover necessariamente ricorrere alla manodopera proveniente dall’immigrazione. Sono anni che sul tema lavoro e immigrazione si oscilla tra il considerare gli immigrati come coloro che rubano il lavoro agli italiani e il ritenerli come una manna dal cielo poiché svolgono quei lavori che gli italiani non vogliono più fare. Ricordiamo, infatti, che gli immigrati sono impiegati per lo più nei segmenti lavorativi più bassi. “Rimpiazzarli” con le donne sembra una soluzione? Quando si parla di impiegare più donne cosa si intende: farle lavorare con contratti a tempo determinato? Continuare a dare loro salari inferiori rispetto ai loro colleghi maschi? Le donne sono solo uno dei tasselli del nodo lavoro che ha bisogno di essere sciolto con visioni lunghe… e anche larghe.
In copertina foto di aymane jdidi da Pixabay