Una delle misure del PNRR riguarda la certificazione di parità per favorire l'ingresso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro
Donne e lavoro: gioie e dolori. Ah no, il detto recita diversamente. Quanto rappresentato da questa frase, però, non è molto distante da ciò che accade nella realtà. I dati ISTAT sull’occupazione nel 2021 dicono che le donne occupano solo il 40% circa dei posti di lavoro. Un trend in crescita rispetto al 2020, l’anno nero della pandemia, ma non rispetto al periodo pre Covid. La certificazione di parità, prevista dal PNRR, potrebbe spingere ulteriormente la crescita dell’occupazione femminile in Italia.
Secondo l’ISTAT, il 2021 si è chiuso con i seguenti dati:
La stabilità del tasso di occupazione è data da un equilibrio tra l’aumento degli occupati tra le donne, i dipendenti a tempo determinato e gli under 50 e la diminuzione degli occupati tra gli uomini, i lavoratori autonomi e gli over 50. La riconferma dei livelli di inattività è data da una crescita per gli uomini e gli ultra cinquantenni e una diminuzione tra donne e under cinquantenni.
A dare un ulteriore spinta all’occupazione femminile arriverà la certificazione di parità: uno strumento previsto dal PNNR. Per ottenere la certificazione le aziende dovranno attenersi a degli standard individuati all’interno di 6 categorie:
Ogni area avrà un peso percentuale che contribuirà a definire il livello di parità, indicando anche i margini di miglioramento.
Parallelamente, la legge di bilancio 2022 ha previsto lo stanziamento di ulteriori 50 milioni di euro da destinare al Fondo per il sostegno della parità salariale di genere istituito con la legge di bilancio 2021.
In tema di parità di genere, infatti, l’Italia ha ancora tanto da lavorare. Deve cercare di scalare il 14mo posto tra i Paesi europei nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto europeo EIGE. L’attuale punteggio del nostro Paese è 63,5 su 100, vale a dire 4,4 punti al di sotto della media europea. Il PNRR ha come obiettivo un incremento del 5% in questa classifica.
Donne e infortuni è un binomio che in quest’anno si è rafforzato. Le donne che hanno perso la vita per infortuni sul lavoro, nel primo trimestre 2022, sono infatti 24 contro le 14 dello stesso periodo dello scorso anno. In generale sono aumentati i decessi tra gli under 40 (49 casi contro i 34 dello scorso anno) e gli under 50 (24 contro 22). Colmare il gender gap significa, dunque, anche migliorare le attività di prevenzione dei rischi in un’ottica di genere così come previsto dal Testo unico (d.lgs. 81/2008).
Una sentenza del Tribunale di Torino ha stabilito che Antonio De Curtis in arte Totò… Continua a leggere
Celebrando la rinascita dell'Italia dalle ceneri del fascismo e la Repubblica dalle radici antifasciste Continua a leggere
Durante i ponti di primavera, tra il 25 aprile e il 1° maggio, si prevede… Continua a leggere
Il lungomare di Napoli (formata da Via Caracciolo, Via Partenope e Mergellina) è un'arteria pulsante… Continua a leggere
La lamiera è un materiale metallico piatto, sottile e flessibile, prodotto principalmente tramite lavorazioni di… Continua a leggere
Il Registro Nazionale delle Imprese Storiche rappresenta un'importante iniziativa per proteggere e promuovere il patrimonio… Continua a leggere
Questo sito utilizza cookie di profilazione tecnici e di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione e/o accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più, clicca su " Desidero più informazioni su Cookie e Privacy", per la Cookie Policy dove è possibile avere informazioni per negare il consenso all'installazione dei cookie e sulle nostre politiche in termini di Privacy Policy
Leggi di più