Cos’è Ellis Island. E’ un isolotto alla foce del fiume Hudson nella baia di New York. Antico arsenale militare, dal 1892 al 1954, anno della sua chiusura, è stato il principale punto d’ingresso per gli immigranti che sbarcavano negli Stati Uniti. Attualmente l’edificio ospita l’Ellis Island Immigration Museum.
Chi è JR
Street artist, fotografo e video maker francese. JR è un artista di strada che cattura con le sue opere l’attenzione di chi non è un abituale visitatore di musei. Nel 2011 JR riceve il TED Prize e dà il via ad Inside Out, un progetto globale di arte collaborativa che si basa sull’idea di promuovere l’impegno civile attraverso l’arte. Chiunque lo desideri può caricare le proprie immagini sul sito http://www.insideoutproject.net/en, riceverne una copia stampata su poster e utilizzarla per esporla sui muri della propria città. Nel 2014 JR dirige il documentario Les Bosquets basato sulla storia di Ladj Ly e la performance del balletto Les Bosquets, sorto dall’inedita collaborazione tra l’artista e il New York City Ballet (2014) ed ispirato alle sommosse dei sobborghi parigini del 2005. Tra gli altri progetti Face to Face, Women are Heroes, a Wrinkles of the City Cuba.
La storia di ELLIS
Nel 2014 JR aveva chiesto di visitare l’ospedale dell’immigrazione di Ellis Island, dove venivano curati gli emigranti malati, con l’idea di lavorare sui muri dell’edificio, abbandonato dal 1954. La sua richiesta fu accolta e per l’installazione fotografica “Unframed – Ellis Island” JR scelse venti foto d’archivio di pazienti e medici facendone dei murales. Fra i tanti migranti che sbarcarono, troviamo anche i nonni di Robert De Niro. Quest’ultimo ha partecipato con grande entusiasmo al progetto relativo all’installazione fotografica dalla quale poi è nata l’idea del cortometraggio ELLIS, scritto da Eric Roth (vincitore dell’Oscar alla sceneggiatura per Forrest Gump) e diretto da JR. L’obiettivo del cortometraggio è quello di sensibilizzare il pubblico al problema dell’immigrazione attraverso l’arte (poster, street art, video e fotografia), distribuendo gratuitamente copia del video registrato a chiunque lo richiedesse.
Il progetto
In questi ultimi mesi si sono spese tante parole riguardo all’immigrazione di oggi e a quella di ieri; parole su chi erano gli italiani che partivano in cerca di fortuna e chi sono i migranti che arrivano oggi sulle nostre coste. Le foto delle navi che sbarcavano a Ellis Island sono amaramente simili ai barconi che feriscono quotidianamente il nostro Mediterraneo: barche piene di occhi. Per una strana ragione, Ellis Island è diventata il simbolo di un contrasto feroce in questi giorni: il luogo geografico lontano che segna la separazione fra il razzismo e il non IL PURGATORIO asc Via madonna 7 SOMANO (CN) WWW.ILPURGATORIO.COM razzismo.
Come se fosse l’unico attraverso il quale il dramma italiano sia passato lasciando pezzi di cognome e identità mai più ricostruite. La “diaspora italiana”, infatti, non è stata solo Ellis Island. Dal 1861 al 1985, 29 milioni e 36mila italiani emigrarono in altri paesi dell’Europa e in Nord America, Sud America, Nord Africa, Africa dell’Est, Australia e Nuova Zelanda. Poco più di 10 milioni di questi fecero ritorno in patria, mentre quasi 19 milioni restarono all’estero. Il numero totale degli italiani nel mondo è di circa 70 milioni. Non fu solo l’America, dunque. Non fu solo Ellis Island a diventare testimone del nostro dramma di poveri, affamati, diseredati alla ricerca di una seconda opportunità. Fu il mondo intero.
Da queste considerazioni prende il via il progetto della nostra Associazione “Il Purgatorio”. In Piemonte, Torino e provincia. Le migrazioni/immigrazioni dei nostri giorni. Siamo tutti migranti? Di qui un tour del cortometraggio ELLIS di JR che sarà proiettato in location molto diverse l’una dall’altra, partendo da Torino il 20 e 21 novembre 2015 per arrivare fino a Somano, nelle Langhe, ad aprile 2016. Spazi privati ed istituzionali ospiteranno le proiezioni durante le quali si cercherà di avvicinare il pubblico alla discussione sul tema dell’immigrazione e coinvolgerlo in una condivisione di emozioni per dare risposta (se c’è) al conflitto di questi ultimi tempi.