Giovani e internet. Italiani divisi sulla libertà d’espressione sui social. Il 55,9% condivide l’opinione in base alla quale i social media dovrebbero permettere ai propri utenti di esprimersi liberamente su qualsivoglia argomento e in qualsiasi modo, senza restrizioni sui contenuti. Tuttavia, il 38,6% di questi è d’accordo nel consentire la libertà di espressione ma ritiene necessario introdurre alcune limitazioni minime per contenuti pericolosi.
In una posizione più radicale si colloca il 17,3%, che ritiene, invece, prioritaria la garanzia di un’assoluta libertà di espressione. Sul versante opposto, il 40,4% considera necessaria l’introduzione di limiti alla libertà di espressione. Di questi, il 29,6% ha una posizione più moderata ritenendo opportuno il rispetto di regole di base per moderare i contenuti, mentre solo il 10,8% pensa sia necessaria una rigorosa regolamentazione. E’ quanto emerge dal 20esimo Rapporto Censis dal titolo ‘I media e la libertà’, presentato oggi a Roma.
Oggi le prime cinque fonti di informazione più utilizzate dagli italiani sono i telegiornali (47,7%), Facebook (36,4%), i motori di ricerca su internet (23,3%), le televisioni all news (18,9%) e i siti web di informazione (17,2%). Ma, appena sotto questa classifica troviamo Instagram (16,7%), YouTube (15,5%) e TikTok (14,4%).
Rapporto Censis
Dal Report emerge inoltre che, nel rapporto giovani e internet, sebbene il 50,7% degli italiani reputi che tv, radio e quotidiani non siano più così imprescindibili, il restante 49,3% non li considera superflui. Solo il 37,6% si definisce un patito dell’informazione online e il 62,4% dichiara di non avere un rapporto esclusivo con l’informazione digitale. Al contrario, tra i giovani si registra un rifiuto nei confronti dei media tradizionali (70,3%).
In ogni caso, l’informazione interessa: l’85% degli italiani (e l’80,0% dei giovani) ritengono che sia un diritto e un dovere di tutti tenersi informati. Inoltre, il 75,5% degli italiani è d’accordo nell’affermare che, nonostante i molti difetti, l’informazione sia imprescindibile.
Il Rapporto Censis pone inoltre l’attenzione sugli algoritmi, che solo il 42,6% degli italiani dichiara di conoscere. In molti casi si registra una diffidenza nei confronti dell’innovazione: per il 17,3% l’algoritmo è uno strumento informatico che prende le decisioni al posto nostro, per il 13,8% uno strumento attraverso il quale, a nostra insaputa, ci vengono sottratti dati personali e per l’8,5% l’ultima invenzione del capitalismo per giustificare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
L’algoritmo
Giovani e internet. Emerge anche chiaramente che vi è una percezione diffusa riguardante architetture e applicazioni dell’Intelligenza artificiale poco trasparenti: il 59,9% degli italiani si sente spesso indirizzato nelle scelte su motori di ricerca, feed dei social, piattaforme tv o altro, il 54,7% si sente influenzato quando utilizza una piattaforma social, il 28,4% quando utilizza determinate piattaforme commerciali e il 20,8% nella consultazione di portali di news e quotidiani online.
Media digitali sempre più protagonisti tra gli italiani. Nel 2024 gli utenti di internet superano il 90%, gli smartphone raggiungono l’89,3%, i social network salgono all’85,3%. E fra i giovani si registra il sorpasso di Instagram. Tra i 14 e i 29 anni, infatti, si consolida l’impiego delle piattaforme legate all’immagine: il 78,1% dei giovani, infatti, dichiara di utilizzare Instagram, il 77,6% è utente di YouTube, il 64,2% sceglie TikTok (contro il 35,4% della popolazione totale). E’ quanto emerge dal 20esimo Rapporto Censis dal titolo ‘I media e la libertà’, presentato oggi a Roma.
Molto presenti i giovani sulle piattaforme di messaggistica (quasi totalmente rappresentati su WhatsApp con l’87,4%, ma rilevanti anche su Telegram con il 42,9%) e sulle multipurpose come Amazon (60,1%).
Prima crisi degli influencer: il 34,4% dei 14-29enni dichiara di aver cambiato atteggiamento verso i macro-influencer a seguito del coinvolgimento della più celebre di tutte le influencer nell’ambito del ‘Pandoro Gate‘, laddove per il 14,3% questo episodio non ha determinato una frattura tale da alimentare un abbandono degli influencer in generale.
Dal Report emerge inoltre però che il 71,2% della popolazione afferma di non aver mai seguito (nel senso stretto del termine, cioè di aver dato il ‘follow’) gli influencer, dato che tra i più giovani scende al 51,4%.
Testo by AdN Kronos
Foto da Depositphotos