Tendenze

Greenpeace: sempre più morti in Europa per l’aumento delle temperature

Commentando questi dati, Greenpeace Italia richiama le responsabilità di governi e aziende

Un nuovo studio dell’Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine pubblicato oggi stima che, nel corso dell’estate 2025, sono morte 24.400 persone in più di 800 città in Europa a causa delle alte temperature. Il 68% di questi decessi (16.500) non si sarebbe verificato senza il riscaldamento globale di origine antropica, dovuto principalmente all’utilizzo dei combustibili fossili. Commentando questi dati, Greenpeace Italia richiama le responsabilità di governi e aziende e chiede con urgenza la transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili.

I dati di Greenpeace

«La crisi climatica continua a mietere vittime e si conferma una delle più grandi emergenze del nostro tempo», dichiara Federico Spadini della campagna clima di Greenpeace Italia. «Continuare a estrarre e bruciare gas e petrolio, fornire sussidi al settore fossile, promuovere incentivi e finanziamenti per le grandi aziende inquinanti sono le ragioni che ci hanno condotto alla drammatica situazione attuale, in cui la crisi climatica è diventata anche una questione di salute pubblica che non possiamo più ignorare. Per questo dobbiamo invertire al più presto la rotta con una reale e rapida transizione alle fonti rinnovabili».

Secondo lo studio le città italiane risultano fra le più colpite in Europa. Milano e Roma sono le prime due città per morti premature dovute al cambiamento climatico, con un incremento dei decessi rispettivamente di 1.156 e di 835. Fra le prime dieci città europee con il maggior numero di morti figurano anche Napoli e Torino.

L’Italia è uno dei principali hotspot della crisi climatica in Europa

Greenpeace Italia ricorda che l’Italia è uno dei principali hotspot della crisi climatica in Europa, con il Vecchio Continente che si sta sta scaldando più velocemente. A fronte di questa situazione, i governi devono promuovere misure di prevenzione e adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici come ondate di calore e al contempo agire sull’origine del riscaldamento globale abbandonando i combustibili fossili e facendo pagare le aziende del petrolio e del gas per i danni che stanno causando con le loro emissioni.

«Per mettere un freno alla crisi climatica, che è anche una crisi sociale, sanitaria ed economica, i governi europei non stanno facendo abbastanza per ridurre le emissioni di gas serra e la transizione energetica alle rinnovabili. L’Europa e l’Italia rischiano di arrivare del tutto impreparate e senza impegni ambiziosi alla COP30 in Brasile. A distanza di dieci anni dallo storico Accordo di Parigi, è arrivato il momento per i leader europei di dimostrare coraggio e impegnarsi una volta per tutte per l’abbandono dei combustibili fossili», conclude Spadini.

La petizione

Per questo motivo, l’organizzazione ambientalista ha lanciato una petizione per chiedere al governo italiano e ai governi europei di abbandonare i combustibili fossili, bloccando gli investimenti e vietando i nuovi progetti fossili, in modo da liberare risorse per una reale transizione energetica, vera soluzione per la crisi climatica e l’aumento delle temperature.

Foto di Joe da Pixabay

Redazione CinqueColonne

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