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IA e leadership: ne parliamo con Filippo Poletti

La leadership può essere aiutata dall'IA? Questa è la domanda che ci poniamo nella storia di oggi e sarà Filippo Poletti a risponderci

La leadership può essere aiutata dall’IA? Questa è la domanda che ci poniamo nella storia di oggi e sarà Filippo Poletti giornalista e top voice di LinkedIn a risponderci.

IA e leadership: possono coesistere?

Il vero leader ai tempi dell’intelligenza artificiale? Deve avere cuore e cervello, il primo per prendersi cura delle persone, il secondo per raggiungere gli obiettivi di business promuovendo un impatto positivo sulla società. In un contesto in cui, entro i prossimi 5 anni, il 50% delle decisioni manageriali sarà preso in collaborazione con l’IA, sono queste le fondamenta del “test del cuore e del cervello” per i capi articolato in dieci passaggi, proposto da Filippo Poletti, giornalista professionista e top voice di LinkedIn. Il tutto un anno dopo il lancio di ChatGPT, che in soli cinque giorni registrò cinque milioni di utenti e a novembre è arrivato a superare i 180 milioni di iscritti.

Intervista a Filippo Poletti

Di intelligenza artificiale, leadership e mondo del lavoro ne abbiamo parlato con un esperto. Filippo Poletti è, infatti, giornalista e top voice di LinkedIn con executive MBA al Politecnico di Milano, dal 2017 cura su LinkedIn una rubrica quotidiana dedicata al lavoro:

Ogni storia ha il suo punto di partenza: chi è Filippo Poletti?

«Un cercatore di storie, di belle storie. Ufficialmente sono un giornalista iscritto all’elenco dei professionisti dal 2002, ma mi piace dire che quotidianamente vado a caccia di esempi del fare bene. Il giornalista, per come lo interpreto io, deve ricordarsi di avere due orecchie e una bocca: per il 66 per cento della sua attività deve ascoltare, mentre per il 33 per cento deve parlare, scrivendo o condividendo tramite immagini o parole quello che ha compreso, siano essi video o podcast o altro ancora.

Tutto è nato dopo i miei studi musicali in chitarra e composizione sperimentale: grazie a questa palestra quotidiana, durata tanti anni, ho imparato l’importanza dell’ascolto attivo. Dai banchi del Conservatorio e della facoltà di musicologia alle redazioni giornalistiche il passo è stato breve. E, oggi, ho lo stesso entusiasmo di quando ho iniziato: ogni giorno, infatti, cerco belle storie di vita da condividere. È quello che faccio anche su LinkedIn, dove dal 5 maggio 2017 porto avanti la rubrica mattutina contrassegnata dall’hashtag #RASSEGNALAVOROIT, condividendo una notizia positiva di lavoro al giorno».

Cos’è “Smart Leadership Canvas”?

«È una “Lonely Planet” dell’intelligenza artificiale, un viaggio nell’IAcene o epoca dell’intelligenza artificiale che collabora con quella umana. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale porterà in Italia, a parità di ore di lavoro, a una maggiore produttività del 70 per cento, generando un più 18 per cento di PIL, stimabile in oltre 310 miliardi di euro, quasi il PIL della Lombardia pari a un quinto di quello italiano. Siamo di fronte a una grande opportunità, nella quale si insidiano anche dei pericoli: sta a noi governare la rivoluzione 5.0».

Perché dedicare un libro sull’IA?

«Perché siamo di fronte a qualcosa che non è mai successo nella storia dell’umanità. Pensiamo alla grande velocità di adozione dell’intelligenza artificiale generativa: non era mai accaduto che una tecnologia si diffondesse così rapidamente. Mi riferisco a ChatGPT che, lanciato il 30 novembre 2022, ha registrato 5 milioni di iscritti in 5 giorni e ben 100 di iscritti in 3 mesi. Ci sono voluti 16 anni per avere 100 milioni di utenti di telefoni mobili, 7 per Internet, e 4,5 per Facebook.

Di fronte a tutto ciò servono nuovi leader con almeno tre caratteristiche. La prima è la prontezza: il leader deve farsi trovare pronto rispetto a una serie di scenari alternativi. In fondo, continuando la metafora dell’esplorazione, i grandi viaggiatori da Marco Polo nel Medioevo a Cristoforo Colombo nel Quattrocento, a Ferdinando Magellano nel Cinquecento ci insegnano l’arte della prontezza di fronte alle situazioni impreviste. La seconda caratteristica dei leader, così come dei grandi viaggiatori, è la serendipità, ossia la capacità di fare scoperte. Ricordate la storia di Serendippo, il paese con cui nell’antichità si indicava lo Sri Lanka? Il re Giaffer aveva 3 figli a cui fece il dono della conoscenza ossia di poter viaggiare nel mondo.

Questo viaggio di formazione diventò in Italia, nel Cinquecento, un libro di Giovanni Armeno. Leggendo questo volume, nel Settecento, lo scrittore inglese Horace Walpole coniò il termine “serendipity”, “serendipità” in italiano. La serendipità è la possibilità di fare tante scoperte ed è quello che deve saper fare il leader 5.0.

Terza e ultima caratteristica del vero leader è la capacità di “engagement”: un’organizzazione moderna si trasforma solo se l’intera azienda si sente a bordo. Il leader deve ingaggiare i collaboratori, far in modo che “si fidanzino” con l’azienda. Per questo dico che il leader di oggi, oltre al cervello focalizzato sugli obiettivi da raggiungere, deve avere un grande cuore rivolto alle persone».

Può una Intelligenza Artificiale decidere in maniera equilibrata il futuro di un’azienda?

«I leader devono passare dalla fase dello stupore suscitato dall’arrivo di ChatGPT a quella dell’azione responsabile, nella consapevolezza che entro il 2028 il 50 per cento delle decisioni manageriali sarà preso in collaborazione con l’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale sarà una rivoluzione trasformativa, perché ridefinirà le aziende. Prendiamo il caso delle aziende agricole, che grazie all’intelligenza artificiale saranno in grado di individuare i centimetri di terreno da trattare e in che modo.

Oppure, ancora, il caso delle istituzioni che si occupano della salute pubblica: la fondazione IRCSS Mondino di Pavia ha mostrato al mondo l’uso dell’intelligenza artificiale per la tecnica diagnostica della risonanza magnetica per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie rare neuromuscolari: in un tempo fino a ieri impensabile è possibile oggi ottenere informazioni molto precise sulle proprietà dei tessuti patologici. Tutto questo riducendo i tempi di analisi a beneficio della collettività».

Il futuro sarà delle Intelligenze Artificiali?

«Il futuro sarà delle persone, a patto che vigilino sulla sostenibilità e sull’eticità della rivoluzione in atto. Guardiamo alla storia: dopo sconfitta di Garri Kasparov da parte del programma Deep Blue di IBM nel 1996, le persone hanno continuato a giocare a scacchi. Continuremo, dunque, a fare la vita che facciamo, ma al nostro fianco avremo un “coach” speciale, l’intelligenza artificiale che ci permetterà di fare tante nuove scoperte quotidianamente e, aggiungo, di ridurre i lavori ripetiviti e basso valore aggiunto».

Mario Tortoriello

Cerco di unire la passione per la scrittura e la comunicazione con l'impegno sociale ed attività nel terzo settore. In tasca la mia laurea in Scienze Politiche alla Federico II. Appassionato di fumetti, videogiochi e cinema di genere. Tifosissimo del Napoli e appassionato di calcio e sport. Cinque Colonne è per me una grande palestra per apprendere e praticare ogni giorno questo meraviglioso mestiere.

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