Il Cimitero Acattolico di Roma apre i cancelli alla storia degli ultimi 300 anni. Uno dei più vecchi cimiteri in Europa ancora attivi è un luogo d’arte senza tempo in cui le vicende personali di letterati, pittori e scienziati si snodano tra monumenti commemorativi di altissimo valore artistico.
Varcato il cancello d’entrata, il sole che filtra attraverso la fitta vegetazione del cimitero contribuisce a rendere ancora più misterioso questo luogo per certi versi incantato. Se non avete molto tempo a disposizione, una mappa del cimitero, da ritirare all’ingresso, vi consentirà di raggiungere facilmente le tombe dei personaggi illustri e di ammirare le sculture funebri più celebri.
Il Cimitero Acattolico risale al 1716 e nacque per dare sepoltura ai defunti di fede protestante, principalmente inglesi, membri della corte Stuart esiliati dall’Inghilterra. La legislazione cattolica infatti prevedeva che in terra benedetta non si potessero seppellire defunti di professione religiosa diversa da quella cattolica; le loro sepolture avvenivano di notte e fuori le Mure Aureliane. Nel corso degli anni, però, il cimitero ha ospitato anche defunti di altre fedi e di altre nazionalità (non solo britannici quindi), dando degna sepoltura a persone di fede russo-ortodossa, ebraico, islamica e cattolica.
Oggi il cimitero è tra le mete turistiche più visitate, e da tutto il mondo si viene qui per apprezzarne la pace, la serenità e le sculture di pregio. Tra le tombe di letterati, musicisti, pittori, diplomatici e studiosi, spiccano i nomi di Carlo Emilio Gadda , Antonio Gramsci , del pittore russo Brullov, di John Keats e dell’amico Severn, del poeta inglese Percy Bysshe Shelley, la figlia e la nipote di Tolstoj e di tanti altri personaggi famosi e meno famosi.
Dopo averne varcato i cancelli, e abbracciato con lo sguardo la vegetazione circostante, vi accorgerete che il cimitero non è affatto piccolo, anzi. E’ diviso in cinque zone (Antica, Vecchia, Prima, Seconda e Terza) che con l’ausilio della mappa saranno più facili da individuare e visitare.
Nella zona Antica sono sepolti Keats e Severn, e già dall’Ottocento non era più possibile inumare nessuno, tanto è vero che Percy Bysshe Shelley, che morì un anno dopo Keats, fu sepolto nella zona adiacente alla zona Vecchia. Solo ad una persona è stata concessa recentemente la sepoltura nella zona Antica; si tratta della signora Benedict, una generosa benefattrice che negli anni sessanta donò una cospicua somma di danaro al cimitero sollevando la gestione da un periodo economicamente difficile. Col tempo il permesso fu esteso anche ad altre persone non cattoliche tra cui molti giovani di passaggio in Italia per il Grand Tour.
Se vi siete addentrati nella Terza zona non potete restare indifferenti ad una delle sculture più belle di tutto il cimitero, L’Angelo del dolore dello scultore americano William Wetmore Story (1819-1895) realizzata per sua moglie Emelyn. La profonda umanità che trasuda dal marmo proietta il visitatore nella dimensione del dolore, reso con un tale realismo da risultare la statua più famosa in tutto il mondo. L’atteggiamento flessuoso, di abbandono al dolore è enfatizzato in tutte le parti del corpo: la testa penzoloni, le braccia abbandonate, le ali adagiate sul corpo, le gambe che si trascinano. Oggi, la scultura è uno dei monumenti funerari più copiati al mondo specialmente negli stati Uniti, dove una delle copie (Angel of Grief) più rinomate si trova nel campus dell’Università di Stanford, in California per ricordare le vittime del terremoto del 1906.
Proseguendo il cammino, sotto lo sguardo attento dei gatti a guardia dei defunti, un’altra tomba su cui vale la pena soffermarsi è quella dedicata alla giovane Irma Passarge, una ragazza morta in giovane età la prima notte di nozze durante il sonno. La vicenda toccò particolarmente l’opinione pubblica dell’epoca al punto che un artista anonimo le dedicò questa scultura su cui, ancora oggi, qualcuno depone fiori freschi e prega.
Come nasce il cimitero e quando[1]? La data non è certa, ma da alcune circostanze rilevati, la sua creazione si può far risalire intorno al 1716. In quella data il papa Clemente XI decise di adottare un provvedimento che esprimesse l’atteggiamento di tolleranza nei confronti dei protestanti morti a Roma. Fu una scelta all’avanguardia, perché secondo le normative ecclesiastiche dell’epoca, i Protestanti non potevano essere sepolti in chiese cattoliche o in terre consacrate. Cosa spinse il papa a tale slancio di generosità? La fede e la fedeltà. Molti protestanti infatti, quando il re Giacomo III Stuart fu deposto in Inghilterra a causa della sua fede cattolica e si rifugiò con la sua corte nei territori dello Stato Pontificio, restarono fedeli al proprio re, seguendolo addirittura in esilio.
Difronte a questa dimostrazione di devozione, il papa acconsentì alla sepoltura. La decisione maturò in occasione della morte di un medico protestante esiliato per il suo sostegno al re cattolico e morto durante il suo soggiorno a Roma; per consentirne la sepoltura, il papa mise a disposizione un terreno inutilizzato, situato ai margini della città, e così nacque il Cimitero Acattolico di Roma…
Il nostro viaggio alla riscoperta di Keats continua. Non lasciamo il Cimitero e raggiungiamo …
[1] Newsletter n. 21 del Cimitero Acattolico di Roma
Fonti:
– Cimitero Acattolico, Guida romanzata del cimitero settecentesco di Roma, 2011 Iacobelli Edizioni
– http://www.cemeteryrome.it/about/siamo.html
– Newsletter n. 21 del Cimitero Acattolico di Roma