“Il mio Noi” di Veronica Squeglia edito da Grafiche Stile Edizioni è il romanzo d’esordio della scrittrice, un libro intenso e profondo, nel quale l’autrice parla di un argomento spesso tabù all’esterno della coppia: l’infertilità.
Attraverso la storia dei protagonisti, l’autrice racconta una splendida storia d’amore che subisce una frattura improvvisa dovuta alla diagnosi di infertilità che potrebbe mettere a dura prova l’intero rapporto. Il romanzo è un ottimo spunto per entrare in contatto con una realtà comune a molte coppie e un invito a riflettere sulle azioni e il lavoro introspettivo intrapreso dai protagonisti per continuare a vivere una vita piena, gioiosa e densa di esperienze e bellezza.
L’argomento mi ha particolarmente interessata e quindi ho deciso di intervistare Veronica Squeglia, che ringrazio calorosamente per il tempo che ci ha dedicati. Leggendola, scoprirete tanto sull’autrice, sulla trama del romanzo e sulla sua passione per la scrittura.

“Il mio Noi” di Veronica Squeglia
Salve Veronica, domanda di rito per gli scrittori che il pubblico di Cinquecolonne Magazine non conosce: ci può raccontare brevemente cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni?
Ciao Francesca, nella vita faccio il medico, sono un’allergologa. E’ stata una vocazione sin dalla tenera età, nonostante non ci siano medici in famiglia e la contrarietà dei miei genitori, in particolare di mio padre.
Oltre la scrittura amo la natura e gli animali.
Passeggiare tra sentieri di montagna con le mie cockerine è ciò che più mi dona serenità. Quattro anni fa, inoltre, nel periodo più buio della mia vita, ho realizzato il mio più grande sogno, acquistare una cavalla. Lei è stata il mio raggio di sole. Quindi come sport pratico l’equitazione, come disciplina il Dressage.
Prima di avventuraci nel suo libro, ci può dire se l’interesse per la scrittura è stata una scoperta recente oppure se l’ha sempre coltivata?
Tra le mie passioni, sin dall’età scolare, c’era la scrittura. Quando mi sentivo triste o litigavo con i miei, mi rifugiavo nella mia stanza, prendevo carta e penna e scrivevo poesie. La scrittura era il mio modo di sfogarmi. Mio padre era contrario a che io mi scrivessi a medicina, lui voleva che io nella vita svolgessi una professione che mi permettesse di scrivere. Ho vinto, in passato infatti, vari concorsi scolastici basati sulla scrittura. Ora mio padre non c’è più e so di aver realizzato il suo sogno grazie al “Il mio Noi”.

“Il mio Noi” è un racconto d’amore travagliato, messo a dura prova dal destino. Puo’ anticipare ai nostri lettori i passaggi salienti della storia?
Nel “Il mio Noi” racconto di una bellissima storia d’amore, la definirei quasi fiabesca. Le favole, però, ahimè non esistono ed anche i due protagonisti, Claudio e Celeste, nonostante il forte sentimento che li lega, si troveranno a fare i conti con la realtà. Una realtà che, oggigiorno, accomuna la gran parte delle coppie, l’infertilità. Purtroppo, in alcuni casi, l’amore non basta.
Possiamo dire che la protagonista Celeste è il suo alter ego? Oppure il personaggio è una creazione di pura fantasia?
La storia d’amore è romanzata, creata dalla mia fantasia ma sarebbe stato difficile non portare parte di me nel romanzo. Celeste somiglia tanto a Veronica, nell’essere sognatrice e nel credere nella purezza dei sentimenti. Non sarei stata, inoltre, capace di descrivere minuziosamente il dolore di una donna che riceve una diagnosi importante come la sterilità ed il percorso clinico e psicologico che ne consegue se anche io non fossi una donna sterile. Una donna che, purtroppo, ha dovuto fare i conti con una diagnosi dura che è quella della “menopausa precoce”.
C’è un messaggio che ha voluto lanciare ai lettori quando ha deciso di pubblicare il suo romanzo?
Assolutamente si. Questo romanzo è dedicato a quelle donne che, come me, la società ha fatto sentire in colpa per l’incapacità di procreare. Da donna medico mi rivolgo a loro e le sprono a comprendere che non è una colpa essere sterili. Che il procreare non è solo la culla. Che si può essere madri in tanti modi, basta sceglierlo.
Parlando di scrittura, “Il mio Noi” è il suo romanzo d’esordio. Com’è stata questa esperienza? La considera una felice parentesi della sua vita oppure è decisa a coltivare questa passione con una nuova pubblicazione?
“Il mio Noi” è nato dopo un lungo percorso introspettivo, in un periodo difficile della mia vita. Avevo bisogno di mettere su carta le mie emozioni, la necessità di calare la maschera e render pubblico il mio percorso di dolore. Proprio perché la scrittura è terapeutica, non mi son fermata. Ed a breve uscirà il mio secondo romanzo “Il cuore pieno di te” che altro non è che il continuo del “Il mio Noi”.