Il metano ti da una mano recitava uno short pubblicitario di qualche anno fa ma sembra proprio che ora quella mano il metano la stia mettendo in tasca a tanti automobilisti che si sono ritrovati da un momento all’altro a passare dall’uso del carburante più sostenibile e conveniente a quello del carburante più caro in assoluto nella storia: € 2.20 al chilogrammo e il pieno che schizza del triplo rispetto al mese scorso!
Ovviamente, si dirà, bella scoperta ormai tutti i prezzi sono in aumento in generale e quelli dei prodotti energetici ancora di più. Le motivazioni legate alla congiuntura economica non mancano di certo ed anche motivazioni sostanziali derivanti dal mercato delle fonti di energia non da poco tempo sta subendo scossoni davvero importanti.
Sta di fatto che erano tanti decenni che il prezzo del metano non subiva aumenti consistenti se non nell’egida ci centesimi di euro e un picco del genere non era preventivabile sei mesi fa se la Russia non avesse deciso di chiudere i rubinetti per le note motivazioni che non sono nemmeno del tutto economiche,
Il metano, una scelta per oggi e non per domani
Quello che viviamo è, dunque, l’ultimo scorcio di tempo che trascorreremo in compagnia dei vecchi motori a scoppio che siano essi alimentati a benzina, gasolio o Gpl o metano; il dado è tratto e il prezzo che abbiamo pagato e stiamo pagando in termini climatici per l’iper-sfruttamento delle risorse del suolo e del sottosuolo sono ormai sotto gli occhi di tutti.
“Dal 2035 sarà vietata la vendita di auto nuove a benzina, diesel, GPL/metano ed anche ibride. Per scoraggiare l’acquisto di veicoli endotermici già dal 2023 aumenteranno le tasse sui carburanti. L’Europa è vicinissima a decretare la fine dei motori a combustione benzina e diesel”.
Da qui ad accettare che il povero automobilista oggi debba pagare pesantemente errori di sistema fatti nel passato recente e remoto da interi continenti sembra davvero troppo da sopportare.
A chi, poi, chiede, perché proprio ora e non prima si è verificato questo aumento spropositato c’è da dire che ottobre è l’inizio del nuovo anno termico per convenzione quindi abbastanza naturale che si sia scelto proprio questo periodo per rendere effettivo l’aumento di prezzo.
Metano: prezzo e mercato
Le domande sono tante ora: quanto andrà avanti? Ci sarà un’escalation dei prezzi come per il mercato del petrolio? Soprattutto, cosa può e deve fare il governo per fare fronte a questo che è un vero salasso per gli automobilisti?
Le risposte sono abbastanza semplici, anche se sono quelle che non vorremmo sentirci dare in questi casi.
Queste dinamiche dei mercati non sono controllabili da parte delle autorità se non con interventi calmieranti sul versante delle accise e delle tasse, come ad esempio intervenire abbassando l’aliquota Iva o tasse regionali e locali.
Interventi sul medio lungo periodo possono essere, invece, quelli di sistema evitando l’inflazione di utilizzo dei gas naturali nella produzione di energia elettrica abbassando il livello di dipendenza del sistema Italia da queste fonti energetiche.
Esperti segnalano che tali aumenti derivano da:
a) bassi livelli di stoccaggio nei siti europei dovuti a un inverno di lunga durata;
b) ripresa dell’economia asiatica con grande richiesta di energia;
c) forniture di GNL via nave dirottate verso l’Asia e in generale verso mercati disposti a pagare di più;
d) tagli di forniture verso l’Europa dalla Russia a causa di manutenzioni programmate;
e) ritardi nelle autorizzazioni a esercire nuovi metanodotti di importazione.
da Federmetano.it
La beffa del metano per l’automobilista medio
Resta la beffa più atroce che un automobilista possa avere che è vedersi spillare soldi dalle tasche da oggi a domani con un aumento così smisurato dopo aver effettuato la scelta di un mezzo che soddisfacesse a criteri ben precisi di economicità ed anche ecologia.
L’ automobilista che ha scelto il metano non lo ha fatto certo perché affascinato dalla velocità e dalla prestazioni roboanti della propria auto ma è uno che ha puntato tutto su affidabilità e contenuti costi di gestione, soprattutto, per coprire un utilizzo massiccio dell’auto spesso per motivi di lavoro ed ora si trova davvero spiazzato ad avere doppie e triple perdite.