Giorno dopo giorno, in questo ultimo mese dell’anno, si accendono le prime luci natalizie. Negozi e supermercati accolgono i clienti con decorazioni a tema e le strade si apprestano ad addobbarsi a festa. Città come Napoli, Roma e Milano hanno deciso, infatti, per l’installazione delle luminarie di Natale nonostante l’atmosfera da Covid. Un gesto che per alcuni vuole essere un segno di speranza in questi tempi così duri e che altri vedono come inappropriato rispetto ai numeri che ogni giorno continuiamo a leggere. E c’è chi ha fatto una scelta diversa.

Milano e l’albero in piazza Duomo
“Un vero gesto d’amore e speranza verso Milano e i suoi cittadini” l’ha definita così l’assessore al Commercio del Comune di Milano, Cristina Tajani, l’operazione che porterà, anche in questo Natale, le tradizionali luminarie nel capoluogo meneghino, grazie all’intervento di sponsor privati. Piazza Duomo e galleria Vittorio Emanuele II avranno il loro albero illuminato così come avranno le loro luminarie, tra gli altri, il cosiddetto Quadrilatero della moda, il quartiere Porta Nuova e Quarto Oggiaro. Un’operazione, dicevamo, condotta con la partecipazione di sponsor privati (Coca Cola finanzierà l’albero in piazza Duomo) e che al Comune è costata “solo” 75mila euro.
Bentornato Spelacchio
A Roma, nella centralissima piazza Venezia, torna Spelacchio. Non lo stesso esemplare del 2017 che seccò dopo pochi giorni dalla piantumazione, bensì uno nuovo che continua, ahilui, a portarsi addosso l’infelice nomignolo. Un albero di Natale alto 23 metri con una base di 12 decorato con 800 sfere di quattro colori e 100mila luci a led. Anche in questo caso la sindaca Raggi, che lo inaugurerà il prossimo 8 dicembre, ha parlato di un segnale per dare “la forza a tutti noi per resistere e superare insieme la sfida dell’emergenza sanitaria“. Per la capitale, però, la sponsorizzazione con Netflix non è stata rinnovata, per cui le luminarie natalizie sono costate alle casse comunali ben 140mila euro. Di “clima emozionale positivo in questo momento storico di emergenza” parla l’amministrazione comunale di Napoli. La città partenopea avrà anch’essa le luminarie in diversi punti della città, centro storico, lungomare Caracciolo, piazza del Plebiscito. In questo caso, le spese per il Comune ammonteranno a 260mila euro. Qualche chilometro più a sud, nell’elegante Salerno, quest’anno splenderanno solo semplici luminarie nelle strade più frequentate. Mancherà l’incanto delle famose Luci d’artista che da nove anni attirano migliaia di turisti.
Installazione delle luminarie di Natale: chi ha deciso di rinunciarvi
Ci sono amministratori comunali, invece, che su questo tema, sono andati in direzione totalmente opposta. Il sindaco di Pompei, di Bacoli (comuni dell’hinterland napoletano) e di Parete (in provincia di Caserta) hanno deciso di soprassedere con le luminarie natalizie e impiegare le cifre in questo modo risparmiate per aiutare le famiglie messe in difficoltà economica da questa emergenza sanitaria. Il comune di Pompei, sede di uno dei santuari più noti al mondo, metterà a disposizione dei più bisognosi 100mila euro (contro i 150mila stanziati per gli eventi natalizi); Bacoli ha recuperato una disponibilità di 60mila euro con la quale sosterrà anche lei le famiglie in difficoltà mentre Parete, utilizzerà il budget “natalizio” inutilizzato per potenziare i servizi sanitari domiciliari. Nessun messaggio di speranza, dunque, nessuna iniezione di positività, solo semplici atti concreti.
In copertina foto di Julia Casado da Pixabay