“Dopo un breve inizio in presenza, l’incontro con l’autore russo è avvenuto nell’arco di un lungo anno segnato dalle intermittenze insieme umane e disumane del secondo lockdown.
Mentre il mondo si fermava in uno stallo drammatico e forzato, sulle tastiere e nelle nostre storie personali la vita ha continuato a scorrere.
La Fidanzata, più fedele per temi e temperature al racconto originale, ricolloca la vicenda cechoviana all’interno di una casa di campagna partenopea. La sensazione di sopravvivere senza orizzonti, sospesi tra la decadenza claustrofobica di una famiglia di proprietari terrieri e il desiderio di gettarsi a capofitto nel mondo, viene resa ancora più drammatica dal rapporto con lo spazio di questa dimora in cui il desco familiare stringe, soffoca, palpita o lascia andare senza perdono.
Pandemico Vaudeville si ispira alla vicenda del sottufficiale Prišibeev, di cui il Signor Presbevio, protagonista nel coro di un’umanità degradata e pittoresca, ricalca l’esaltazione del salvatore della patria. Passando per l’antieroico Mostro della domenica di Totò e Steno, per Gogol’ e la Commedia all’italiana, il Čechov comico degli ‘scherzi’ rilancia al pubblico – finalmente dal vivo – ossessioni e inquietudini al tempo della pandemia. Che cosa accadrebbe se, una volta finito tutto, qualcuno non riuscisse più a staccarsi dalle attuali dinamiche emergenziali?
Ecco allora un tentativo di rispondere a questa domanda nelle forme stravaganti e grottesche del vaudeville, per esorcizzare lo stigma che abbiamo tutti quanti marchiato a fuoco nel nostro recente passato e scuotere gli animi senza negarci il guizzo fecondo dell’ironia”.