Il premio Andersen Antonio Ferrara racconta la fragilita’ con l’antica arte giapponese di riparare le crepe con l’oro
Antonio ferrara Crepe d'oro
Antonio Ferrara in Crepe d’oro edito da Biancoenero edizioni ci racconta una storia emozionante, di fragilità, che coinvolge il mondo adolescenziale. Un racconto delicato nel quale ognuno di noi si riconosce, sia come genitore sia come figlio. La realizzazione del libro ha coinvolto gli studenti di undici località della Campania. Un progetto bellissimo, emozionante tanto per l’autore quanto per i ragazzi. Il nome del progetto è “Il libro si fa in quattro” ed è nato dalla collaborazione tra Biancoenero edizioni e l’Associazione Duna di Sale con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival, in collaborazione con L’USR Campania. Quest’ultima lo ha inserito all’interno di Orientalife, una serie di progetti di didattica orientativa dedicati agli studenti della scuola secondaria di primo grado.
Nella nostra intervista, Antonio Ferrara ci racconta qualche curiosità sul progetto e come ha vissuto questa collaborazione davvero speciale.
Nico, il protagonista del libro, ha una passione che la sua famiglia non capisce e quindi non condivide: lavorare la mollica del pane con le dita per farne statuette. Nico è bravissimo, ma ha una preoccupazione che non riesce a condividere con nessuno: evitare le crepe della mollica di pane quando si secca. Anche lui si sente pieno di crepe difficili da riparare…
Ma non sempre le cose vanno male. Nico è fortunato, sulla sua strada incontra due persone speciali che lo incentivano a seguire i propri sogni. Non solo, nella bottega di un bizzarro artigiano, fa una scoperta fantastica: le crepe non si devono per forza nascondere e si possono riparare con la materia più preziosa, l’oro.
Il libro è ispirato al kintsugi, l’antica tecnica giapponese di restauro dei ceramisti che se ne servono per riparare le tazze rotte destinate alla cerimonia del the. Gli oggetti in ceramica riparati in questo modo diventano vere e proprie opere d’arte che trasformano un’imperfezione e la fragilità in punti di forza.
Antonio Ferrara ha vinto nel 2012 il Premio Andersen come scrittore e nel 2015 come illustratore. Ha inoltre ricevuto il Premio Cento, il Premio Bancarellino e il Premio Gigante delle Langhe. Tiene corsi di scrittura per emozioni per adulti e ragazzi e lavora in diverse carceri italiane.
Sono un autore e illustratore di libri per ragazzi, diventato tale dopo 7 anni di esperienza, come educatore, in una comunità alloggio per minori. Molti anni fa fu proprio grazie a quell’esperienza che mi venne voglia di dare voce a chi non aveva voce.
Questa è la seconda pubblicazione, dopo Un libro ti cambia, realizzato in collaborazione con Biancoenero. Un progetto semplice e bellissimo, appunto. In fondo si tratta di un ideale prolungamento della mia idea di dare voce alle ragazze e ai ragazzi.
Due cose soprattutto del lavoro con i ragazzi mi hanno emozionato: la loro discrezione, innanzitutto, il loro lavorare con grande responsabilità, evitando di “abusare” del potere che era stato dato loro.
E poi l’attenzione non solo alla trama del racconto, ma anche al linguaggio.
Che tanti talenti rischiano di venire trascurati non solo dagli adulti di riferimento, ma persino dai ragazzi che ne sono portatori. Ci vuole qualcuno che ci veda lungo, che immagini ciò che ancora non è.
Né più né meno che le precedenti. L’importante è ricordarsi che, se è vero che servono le regole, è anche vero che la trasgressione è indispensabile, perché senza la trasgressione non potrà mai esserci la ricerca della propria identità.
Naturalmente un nuovo libro con Biancoenero edizioni, un terzo, nuovo libro nuovamente affidato all’editing di altri giovani, esigenti lettori.
Se desiderate approfondire ulteriormente il libro Antonio Ferrara in Crepe d’oro, vi rimando alla lettura della mia recensione.
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