Smantellare il welfare, tanto faticosamente conquistato in anni e anni dal popolo italiano, porta con se storture che in alcuni casi assumono connotati kafkiani ed in altri sono davvero riprovevoli nella loro essenza. Nel nome del rigore e dei tagli alla spesa pubblica si sta sempre più e volutamente dimenticando che chi è più debole non può essere abbandonato a se stesso. Ecco il senso della manifestazione a piazza Montecitorio a Roma martedì 6 marzo
Rigore, equità e sviluppo sono stati i principi enunciati dal professore Monti al momento dell’insediamento del suo governo. A distanza di oltre 100 giorni, in un contesto che appare sempre più incerto, il rischio che la parola equità rimanga un lodevole proposito e nient’altro per i disabili è diventata una prospettiva concreta. Non comprendere che la condizione degli oltre 2 milioni e mezzo di disabili italiani si è fatta negli ultimi anni drammatica sarebbe gravissimo. All’orizzonte si profila concretamente la possibilità che le indennità di accompagnamento e le “agevolazioni” (sono tali per un disabile?) fiscali vengano eliminate. La sopravvivenza dei disabili viene già prevalentemente assicurata dalle famiglie che si trovano in condizioni economiche sempre più precarie mentre i Comuni richiedono rette insostenibili per la compartecipazione alle spese. Contemporaneamente una cinica operazione di chirurgia sociale sta costringendo i genitori dei disabili a ricorrere alla giustizia civile perché vedono “magicamente” ridurre il grado di invalidità dei loro figli. Il tutto si svolge in un Paese che ha azzerato qualche mese fa il fondo per i non autosufficienti ed ha ridotto ad un terzo il fondo delle politiche sociali riducendo, di fatto, la maggior parte degli interventi a favore dei disabili. Le risorse per il welfare vanno utilizzate in modo razionale ma devono esistere. Oggi in Italia non ci sono e tra poco saranno cancellati diritti che non rappresentano privilegi o sprechi come per tanti altri. Il governo Monti deve rispondere ai più deboli indicando quante e quali risorse intende impegnare per restituire dignità ai disabili ed ai loro familiari.
-Contro il taglio delle indennità di accompagnamento e di tutte le provvidenze di natura assistenziale previste nell’articolo 5 della Legge 214/11-Decreto Salva Italia
-Contro la riduzione “magica” delle diagnosi di gravitÃ
-Contro la compartecipazione alle spese che i Comuni impoveriti chiedono ai disabili
-Per il finanziamento immediato dei LEA e dei LIVEAS
-Per il finanziamento immediato del fondo per i non autosufficienti
-Per il reintegro immediato del fondo nazionale delle politiche sociali
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