Sarà la Notte dei Sentimenti, tra arte e filosofia. Un cammino iniziato al Parco Archeologico del Pausilypon con «la filosofia che nasce a Napoli» e continuato al Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore con «la filosofia che vive a Napoli» per San Valentino e la Giornata Internazionale del Libro.
Un banditore aprirà la via al corteo in piazza San Domenico, dando il via alla seconda edizione della Notte dei Filosofi.
Il corteo muoverà dalla piazza San Domenico per giungere al Cortile del Convento con le note di Francesca Iavarone e Gabriella Grossi. Inizia la presentazione del percorso, le voci d’apertura, l’entusiasmo e la gioia di Giuseppe Ferraro. Ascolteremo la voce di Raffaele Giglio sul sentimento della Città, di Catello Maresca sulla Giustizia. Nel chiostro delle statue incontreremo le Filosofe con Angela Balzano. Sulle scale che portano alle stanze, ascolteremo Dolores Melodia col sentimento della voce. Arriveremo sul piano delle stanze con Antonio Biasiucci, il sentimento dell’immagine. Troveremo il sentimento di chi vuole rendere più bello il suo quartiere di Salvatore Iodice, i veli dei sentimenti di Lukas Lucariello. Marco Restucci e Giovanna Callegari porteranno il sentimento di Dioniso. Attraverseremo le stanze dei sentimenti di Marisa Albanese, di Ilaria d’Atri, di Fulvio Ambrosio, di Mariangela Levita, in un corredo di voci e di immagini, di video e istallazioni. Troveremo così il sentimento dell’abbandono di Carmen Pellegrino con la voce di Orlando Cinque. Seguirà la malinconia di Giuseppe Fonseca, per arrivare, infine, alla Sala del Capitolo dove si terrà, a mezzanotte, il Consiglio Notturno dell’Assemblea dei Sentimenti.
Incontreremo i sentimenti in persona, l’entusiasmo, la gioia, la malinconia, la tenerezza, la paura, tristezza, l’amore. È proprio l’amore, il sentimento della differenza, che si prova per l’altro, per chi viene da lontano, per chi è vicino, ti sta accanto e non è uguale a te, ma ti rende uguale a te stesso nella sua differenza. Anche ad amare si è soli, per quanto grande sia l’amore che si riceve; l’assoluto è solo e l’amore vero è assoluto. Questi anni sono di esercizio di un’esperienza del tutto nuova, fuori, ormai, da un modello economico e sociale non più accumulativo e conservativo. La precarietà da condizione di esistenza sta diventando un valore morale, un sentimento di cui aver cura.