Imen Jane non ha terminato gli studi: la notizia della sua finta laurea è rimbalzata nel web con la stessa velocità con la quale avevano avuto successo le sue storie di Instagram sulla crisi finanziaria del 2008. La giovane di origine marocchina aveva avuto un’intuizione geniale diventando la regina dell’economia su Instagram
Sarà un finale tragico o in episodio da suspence per questa favola moderna?
Imen Jane da Instagram alla finta laurea
Imen Jane, come tante ragazze della sua età, adora Instagram e lo usa di frequente per postare le foto dei suoi outfit, dei suoi aperitivi con le amiche. Poi, una domenica pomeriggio, decide di fare un “salto di qualità”, di passare da contenuti più leggeri a materie più importanti come l’economia. Nascono così, sul social più glamour che ci sia, le sue storie di economia. Video di 15 secondi nei quali si parla della crisi finanziaria del 2008. L’approccio semplice e diretto riscuotono molti consensi tra i più giovani che iniziano a seguirla sempre più numerosi. Da lì la “carriera” è tutta in salita: 60.000 followers, interviste, partecipazione a convegni e perfino un colloquio col presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Insieme ad Alessandro Tommasi fonda Will, la startup che si occupa d’informazione economica e finanziaria sul canale Instagram per la quale riesce a ottenere in poche settimane un milione di euro di finanziamenti. Poi l’inciampo: durante un evento online organizzato da Goldman Sachs il suo linguaggio non proprio tecnico insospettisce qualcuno che indaga e scopre che la laurea presso l’Università Bicocca di Milano in realtà non c’è. La notizia, com’era facile prevedere, diventa virale e la stessa Imen è costretta ad ammettere la verità.
Influencer ed economista
Intendiamoci, quella di Imen è stata un’operazione di comunicazione perfettamente riuscita. Rappresenta alla perfezione il “sogno socialmediatico” dei nostri tempi. L’opportunità offerta dai social media di far emergere il presunto talento di una persona perché ella possa raggiungere i suoi sogni. Ci sono tutti gli elementi: donna, giovane, istruita, talentuosa, cosa si può volere di più? Beh, la verità. Nei suoi numerosi interventi si è spesso qualificata come economista e laureata in Economia e Amministrazione delle Imprese salvo poi essere smentita e dover ammettere di aver interrotto gli studi. La questione ora non è linciarla mediaticamente per questa sua bugia, né porre il dilemma tra l’importanza di un pezzo di carta rispetto alle qualità dimostrate da Imen Jane come economista e influencer. Ecco: influencer. La questione è in questa modernissima figura che sta dilagando soprattutto nel mondo della moda e della cosmesi con risultati brillantissimi per chi si cimenta e per le aziende sponsorizzate. La domanda è: si può affidare una scienza, com’è quella dell’economia, a un’influencer? Una cosa è consigliare un determinato outfit o la marca di un rossetto piuttosto che un altro, altra cosa è fare attività di divulgazione.
La divulgazione social
In una delle sue numerose interviste la Jamen ha spiegato la scelta dei social per la sua attività divulgativa come un modo per avvicinarsi ai giovani che non leggono e non guardano telegiornali ma che utilizzano i social media come mezzo di informazione. Anche stavolta la giovane ha colto un punto cruciale e la soluzione prospettata è stata essere lì, dove sono loro, con il loro linguaggio. Siamo davvero convinti che riempire i social di contenuti alti sia il modo per farli passare meno inutili? Possono i social per fornire strumenti di divulgazione di qualità? Quale livello di qualità si può raggiungere proponendosi per quello che non si è?