L’evacuazione di 65 turisti lancia l’allarme a Courmayeur: il fronte del ghiacciaio di Planpincieux, in val Ferret, a Courmayeur, rischia di crollare.

L’evacuazione dei turisti a Courmayeur
Il fronte del ghiacciaio di Planpincieux, in val Ferret, a Courmayeur, nei giorni scorsi, ha ripreso a muoversi di quasi un metro al giorno, ma a preoccupare sono gli ultimi parametri rilevati. Per i tecnici della Fondazione Montagna Sicura e dell’assessorato regionale alle Opere pubbliche, si è delineato un nuovo settore, una seraccata separata dal ghiacciaio, che rischia di crollare. Ha un volume di 510 mila metri cubi; lo scorso anno, a fine settembre, l’allerta era scattata per una porzione stimata in 250 mila metri cubi.
I residenti della zona gialla – che comprende Montitaz Damon, Montitaz Desot, e la parte bassa di Planpincieux escluso il nucleo storico del villaggio – sono 15, e sono presenti circa 60 turisti. Da questa mattina, carabinieri, guardia di finanza, protezione civile, forestale, vigili del fuoco e personale del Comune di Courmayeur stanno procedendo allo sgombero. È stata creata una zona di accoglienza al Forum di Dolonne e il Comune, con la Croce Rossa, sta cercando soluzioni per chi non ha un luogo in cui passare la notte.
Le dimensioni del pericolo
Secondo il glaciologo di Fondazione Montagna Sicura, Fabrizio Troilo, «c’è un rischio di crollo istantaneo». La situazione, rispetto all’anno scorso, è diversa perché «ora c’è un corpo enorme di ghiaccio appoggiato alla roccia, slegato dalla dinamica a monte». Il blocco, secondo gli esperti, nei prossimi tre giorni o crollerà o tornerà stabile. Le dimensioni fanno davvero impressione. «E’ stata evidenziata una porzione, rispetto al suo contorno, di circa mezzo milione di metri cubi – ha detto Valerio Segor, dirigente dell’assessorato regionale della Valle d’Aosta alle Opere pubbliche –. E’ il volume del Duomo di Milano. Un campo da calcio con sopra 80 metri di ghiaccio. Nella sua caduta è in grado di fare notevoli danni e di fare anche molta strada, come una valanga in inverno».

La causa?
A differenza degli altri anni, questa volta il pericolo sembra imminente a causa dello shock termico dovuto allo sbalzo delle temperature degli ultimi giorni che accelera il processo di sfaldamento del ghiacciaio, situato tra i 2.600 e i 2.800 di quota. "Con i nostri sistemi di monitoraggio e con le comparazioni fotografiche - ha infatti evidenziato Segor - abbiamo individuato un settore del ghiacciaio che sta cedendo, con una velocità non eccessiva. Abbiamo fatto un sorvolo quindi giorni fa e uno mercoledì. Si vede molto bene il comportamento anomalo di questa porzione del ghiacciaio, che è molto marcato".
"L'allarme - ha detto l'esperto - non è tanto per il movimento, come era accaduto nell'autunno scorso, ma a causa del trend anomalo delle temperature. Uno shock termico caldo-freddo-caldo che, secondo i nostri consulenti di Zurigo, fragilizza quella parte del ghiacciaio con il rischio di crollo immediato. L'acqua che scorre sotto infatti può fare da 'scivolo'. E' la situazione più pericolosa e più predisponente al crollo".