La libertà, come aquila che ignora il peso,
sfida le nubi, ignora l’ombra avversa,
che ad ogni volo cela la sventura.
È sogno acceso nel sussurro dell’alba,
canto di chi, pur chiuso, si fa vento,
e nella mente rompe ogni sospetto.
Fragile chimera, spesso nel pianto,
tra il sangue per bandiera, ed un urlo
sospeso nel sorriso.
Tragedia matrigna d’un risveglio,
compagna oscura della rivoluzione,
si cela dietro il passo del ribelle,
nutre la fiamma, ma cede alla cattura.
Credendo un mondo giusto da rifare,
tra i fuochi e i morti, sotto cieli rossi,
vorrei soltanto rincorrere il futuro.
Nel cuore resta una scintilla,
una parola scritta in ogni muro,
“libertà” – maledetta e benedetta –
che arde nel tempo e gioca nei contesti.
Non è conquista, ma eterna scelta,
tra l’amore e rovine,
fra chi dona e illusione che trascina.
Il mio sangue ghiacciato sino al greto
è capriccio tagliente che fermenta
un lacerto da affrancare lungo la fede.