Come cambierà la situazione nel Mar Rosso con l’avvio della Missione Aspides? Il mondo della politica assicura che sarà una missione difensiva che avrà lo scopo di proteggere la navigazione in una zona commercialmente sensibile a livello globale. Intanto, gli attacchi degli Houthi stanno minando non solo gli equilibri commerciali globali ma anche l’ecosistema della zona e le telecomunicazioni.
Missione Aspides: cos’è e cosa prevede
La Missione Aspides (scudi) è stata approvata dall’Unione europea lo scorso 19 febbraio durante il Consiglio Affari Esteri. Avrà lo scopo di contrastare gli attacchi degli Houthi ai natanti commerciali in transito nel Mar Rosso e nel Canale di Suez. Durerà un anno ma potrà essere rinnovata se il Consiglio Ue lo riterrà opportuno.
La missione sarà di natura difensiva come si evince dalle regole d’ingaggio. Le navi militari scorteranno le imbarcazioni commerciali, potranno abbattere droni, missili e qualunque arma diretta contro di esse e non potranno condurre operazioni preventive e offensive.
La partecipazione dell’Italia alla missione
Con l’approvazione del governo italiano, anche il nostro Paese parteciperà all’operazione Aspides. L’accordo è stato raggiunto tra maggioranza e opposizione pochissimo primo la votazione. Come ribadito dal ministro degli Esteri Tajani, la strategia sarà quella dell’autodifesa estesa: la missione dovrà neutralizzare gli attacchi con risposte proporzionate in mare e nello spazio aereo. Non saranno mai condotte azioni sulla terraferma. Si farà, insomma, quanto necessario per assicurare la libertà e la sicurezza della navigazione.
All’Italia toccherà il comando tattico della missione alla quale parteciperà con una nave dalla Marina. Il comando strategico, invece, sarà affidato alla Grecia. Gli altri Paesi partecipanti sono Francia, Germania, potrebbero esserci anche Portogallo, Danimarca, Paesi Bassi ed è attesa anche la partecipazione del Belgio.
Mar Rosso: la situazione attuale
Sono ormai mesi che gli Houthi conducono attacchi nella zona del Mar Rosso e del Golfo di Aden come risposta agli attacchi israeliani a Gaza. Le loro azioni hanno provocato una vera rivoluzione nel commercio internazionale. Il Mar Rosso e il canale di Suez rappresenta la rotta privilegiata per il commercio tra Asia ed Europa. Per evitare gli attacchi dei ribelli yemeniti, molte navi commerciali hanno dovuto cambiare rotta ripiegando su altre molto più lunghe con conseguenti aumenti dei costi di trasporto.
Le loro azioni stanno avendo gravi conseguenze anche da un punto di vista ambientale. La scorsa settimana, infatti, è affondata una nave, attaccata dagli Houthi appunto, battente bandiera del Belize, di proprietà del Regno Unito che trasportava fertilizzanti a base di fosfato di ammonio e solfato. Il carico di 41.000 tonnellate si è riversato in mare insieme al carburante uscito dal serbatoio che ha causato una scia lunga 30 chilometri.
Altro punto nevralgico sono le telecomunicazioni. Sui fondali del Mar Rosso passano i cavi che mettono in comunicazione Asia ed Europa e in passato più di una volta è capitato che siano stati tranciati da ancore. Stavolta un incidente molto simile sembra porti la firma dei ribelli yemeniti. Il provider di Hong Kong Hcg Global ha dichiarato che i cavi di quattro grandi reti di telecomunicazioni – Asia-Africa-Europe 1, Europe India Gateway, Seacom e Tgn-Gulf – sono stati tranciati. Si è così verificata un’importante interruzioni alle reti di comunicazione in Medio Oriente. Secondo Hgc sarebbe stato interrotto il 25% del traffico tra Asia ed Europa.