Evade per farsi arrestare,ma il giudice lo assolve e lo rispedisce ai domiciliari
Molto meglio il carcere delle continue liti in famiglia. Massimiliano Ambrosio, pregiudicato 32enne agli arresti domiciliari, dopo l’ennesimo diverbio con la sorella e il cognato prima chiama la polizia chiedendo di essere condotto in cella, e poi si allontana da casa a piedi per costringere gli agenti ad ammanettarlo. Sul momento viene accontentato, ma dopo una notte in guardina arriva la doccia fredda: nel processo per direttissima il giudice lo assolve dal reato di evasione rimandandolo a casa. Quella casa che, per Ambrosio, è molto peggio del carcere di Poggioreale. La vicenda si svolge a Frattamaggiore, popoloso centro della provincia di Napoli. Ambrosio, con precedenti per spaccio di droga, viene arrestato per furto nel dicembre scorso: polizia e carabinieri lo acciuffano dopo un colpo dall’ingente bottino compiuto nell’abitazione di un noto professionista, a poca distanza dagli uffici del locale commissariato. Dal dicembre 2007 Ambrosio è quindi costretto alla convivenza con la sorella e il cognato, in una piccola casa di via Patricelli. Le liti si fanno via via più frequenti: l’uomo riesce a ottenere dal giudice di sorveglianza il permesso di uscire di casa tutti i giorni, per recarsi in una bottega di fioraio gestita da un altro parente che gli ha offerto un lavoro. Ma di sera deve necessariamente rientrare a casa, e affrontare i familiari che della sua presenza non vogliono più saperne. Venerdì sera il litigio è piu’ acceso del solito. Ambrosio chiama il commissariato di Frattamaggiore e chiede di poter andare in carcere. ”Non ce la faccio piu’, datemi una mano”. Sul posto arriva una pattuglia di agenti, che cerca di mettere pace tra i contendenti. Ad Ambrosio non basta: avendo capito che gli uomini in divisa non vogliono accontentarlo, si avvia a piedi verso il commissariato, commettendo deliberatamente il reato di evasione dai domiciliari. Scatta l’arresto, e l’indomani, sabato, c’è il processo per direttissima. Il giudice ascolta la ricostruzione dell’accaduto, e assolve l’imputato: motivo, non voleva moralmente commettere il reato alla base dell’arresto. Ambrosio guarda incredulo il magistrato, e dopo poche ore viene riaccompagnato nella casa dei litigi. Con il morale talmente a terra da non avere nemmeno la forza, giurano i vicini, di litigare con i familiari.