Rinnovato nei giorni scorsi dal Direttore del Museo egizio di Torino, Christian Greco, e dal Direttore dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) del Cnr di Catania, Daniele Malfitana, l’accordo tecnico-scientifico che vede, ormai da quattro anni, collaborare i due enti nello sviluppo di specifici progetti di ricerca scientifica che abbracciano gli ambiti multidisciplinari utili alla conservazione, promozione e comunicazione museale del patrimonio relativo alla cultura egizia.
Museo Egizio e Cnr-Ibam: scambio di competenze
Continuerà così la collaborazione, non soltanto vista come scambio di competenze fra le due istituzioni scientifiche e di ricerca, anche come significativo upgrade per il settore delle scienze del patrimonio culturale.
Nel corso degli anni, uno degli aspetti chiave è stato l’uso delle tecnologie applicate ai beni culturali al fine di riuscire a coinvolgere il pubblico, un ausilio prezioso nella comprensione e contestualizzazione dei reperti custoditi all’interno delle sale del Museo.
Museo Egizio e Cnr-Ibam: le tecnologie applicate ai beni culturali
Tra i prodotti realizzati con il contributo dell’ITlab Ibam Cnr (Information technologies laboratory) di Lecce, coordinato dal ricercatore Francesco Gabellone, si ricordano le proposte ricostruttive ‘La casa del Bracciale d’Oro’ e ‘La casa di Octavius Quartio’, presentate in occasione della mostra ‘Il Nilo a Pompei Visioni d’Egitto nel mondo romano’.
Il team Ibam guidato da Gabellone, leader nel settore, ha presentato una ricostruzione filologica accurata dei due complessi, con giardini, statue, spazi architettonici, vasche con giochi d’acqua e ambienti affrescati, tutti ricollocati virtualmente nel loro contesto originale. Le ricostruzioni virtuali della ‘tomba di Kha’, della ‘tomba di Nefertari’ e della ‘cappella di Maia’, realizzate già in occasione della apertura del Museo grazie a preziosi documenti di scavo e fotografie d’epoca diedero vita all’avvio della convenzione e al consolidamento delle interazioni tra le due Istituzioni.
“Il rinnovo dell’Accordo significa che si è lavorato bene in questi anni insieme. E questo dimostra che la ricerca non ha confini né spazi dedicati. Il Museo egizio di Torino è davvero il luogo ideale dove la ricerca e il contatto diretto con i grandi contesti del passato e con le testimonianze della cultura materiale si fondono in un unico messaggio che stimola in questa maniera tutti noi addetti ai lavori a lavorare con grande entusiasmo“, dichiara Daniele Malfitana, direttore dell’Istituto del Cnr