Una nuova ricerca Changes Unipol, elaborata da Ipsos, rileva le reazioni e le opinioni degli italiani in merito alla guerra, alla pace, ai conflitti in corso e alla Difesa nazionale. Uno studio condotto in un momento storico scosso dai conflitti Russo-Ucraino e Israelo-Palestinese.
Spaccatura tra pacifisti e “pragmatici della guerra”
I napoletani si dimostrano sostanzialmente pacifisti in materia di conflitti: infatti, il 61% dei napoletani si dichiara “sempre pacifista”, a prescindere dalle circostanze, nettamente sopra la media italiana (43%); il 28%, invece, si definiscono “pragmatici della guerra”, ossia con una posizione che cambia in base al tipo di conflitto o di intervento in questione. Un 10% preferisce, infine, non rispondere.
Il 71% dei napoletani ritiene, inoltre, che l’Italia debba intervenire a supporto di altri Paesi “alleati” coinvolti in un conflitto, principalmente però con aiuti umanitari (58%) piuttosto che con aiuti bellici (33%).
Tra idealismo e fatalismo, lo spirito pacifista emerge anche nella convinzione che qualsiasi guerra sia da evitare (62%), al quale si contrappone più di 1 napoletano su 10 (15%) più fatalista, convinto che la guerra sia a volte un male inevitabile e necessario.
Diplomazia per risolvere i conflitti: la soluzione che convince tutti
I napoletani non hanno dubbi, per l’87% di loro la soluzione ideale per risolvere un conflitto è quella diplomatica: in particolare, un 50% vede favorevolmente anche la mediazione e l’intervento di Paesi terzi, mentre per il 37% a sedersi al tavolo del dialogo dovrebbero essere solo le parti direttamente coinvolte. Per contro, più di 1 napoletano su 10 è per la guerra ad oltranza finché non emerge un vincitore sul “campo”.
Tra i conflitti in corso è la guerra tra Russia e Ucraina a preoccupare maggiormente i napoletani
A caratterizzare gli ultimi anni sono purtroppo i venti di guerra che soffiano soprattutto dall’est Europa e dal Medio Oriente. Oltre 3 su 4 (76%) si dichiarano preoccupati sia per il conflitto Russo-Ucraino che per quello Israelo-Palestinese.
Ma cosa spaventa maggiormente i napoletani? Le principali preoccupazioni riguardano il possibile allargamento del conflitto ad altri Paesi limitrofi (32%) e le conseguenze umanitarie (34%) (flussi migratori, carestie, malattie, povertà, ecc…), mentre il 30% è preoccupato dal rischio che vengano utilizzate armi nucleari. Tra i vari pericoli, è il rischio di attacchi hacker a destare meno preoccupazioni (16%).
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, il 35% si dice favorevole all’invio di truppe europee in Ucraina mentre il 43% è contrario. Tuttavia, l’intervento di Trump potrebbe essere risolutivo per 1 napoletano su 3 (30%).
Spese militari e creazione di un esercito europeo: cittadini napoletani divisi
Sul tema delle spese militari, si evidenziano maggiori spaccature nel capoluogo campano.
Il 33% dei napoletani ritiene, infatti, troppo alta la spesa sostenuta sia attualmente sia in prospettiva futura, mentre il 24% la ritiene adeguata e il 15% si dice favorevole ad un aumento. Per il resto, il 28% dei cittadini ammette di non saper valutare la questione.
In materia di riarmo, è molto dibattuto a livello europeo negli ultimi mesi il tema dell’aumento al 3% del PIL della spesa militare, sia per il nostro Paese sia per quelli UE. A tal proposito, le posizioni diventano più marcate, con il 46% dei napoletani è contrario ed il 27% favorevole. Anche su questo tema 1 cittadino su 4 non sa valutare la questione (24%). Tra i contrari all’aumento delle spese militari, il 56% vorrebbe che tali risorse fossero utilizzate per il Paese, mentre il restante 44% è contrario di principio agli armamenti.
Anche la possibile creazione di un esercito europeo divide la città: se il 39% è favorevole, il 36% si dichiara invece contrario. Anche su questo tema il 25% dei rispondenti ammette di non saper esprimere un’opinione.
Il ripristino della leva obbligatoria è accolto negativamente da quasi 1 napoletano su 2 (46%), ma 4 su 10 (39%) sarebbero favorevoli mentre un 19% non ha un’opinione in merito.