Il Natale è considerato la principale festa della cultura cristiana; si festeggia la nascita di Gesù Cristo, il 25 Dicembre, data considerata valevole per le Chiese cristiane occidentali greco-ortodosse che seguono il calendario gregoriano, mentre per quelle ortodosse orientali e slave che utilizzano il calendario giuliano l’evento si festeggia rispettivamente il 6 e il 7 Gennaio.
Una festa altamente suggestiva, condita fantasiosamente da tante magiche tradizioni, che intrecciano folklore e origini popolari sino ad arrivare a essere proclamata festa cristiana nell’Impero Romano del IV secolo. Nella tradizione romana, ad esempio, si festeggiavano i saturnali, una festa in onore di Saturno, dio dell’agricoltura; si trattava di un periodo estremamente pacifico durante il quale si era soliti scambiarsi doni e tenere sontuosi banchetti. Nel 275 d.C. l’imperatore Aureliano proclamò che il 25 di Dicembre si dovesse festeggiare il Sole, presa molto alla larga, potremmo dire che la festa natalizia come oggi la conosciamo per quanto riguarda alcune consuetudini prende spunto da questa ricorrenza.
La storia delle luci e delle candele che addobbano attualmente le nostre case, ad esempio, oltre che rappresentare la luce intesa come bagliore cristiano che illumina il cammino, prenderebbe spunto dal legno che si usava bruciare per 12 giorni durante la festa del Sole. Gli stessi dodici giorni di festa legati alla natività cristiana. Natale intreccia miti e usanze sia della cultura pagana che di quella cristiana e porta con sé una forte carica emozionale intrisa di valori e tradizioni che hanno origini misteriose quanto lontane arrivate ai giorni nostri in maniera prodigiosa. La notte che precede il giorno di Natale, la vigilia, è particolarmente sentita dal mondo cristiano in quanto accompagna al mistero delle nascita del Cristo che si fa carne per la salvezza del mondo. Generalmente trascorsa con i parenti e caratterizzata dai lauti cenoni e giochi di società, è pressoché uguale in tutta Italia, da Nord a Sud.
Secondo i dati dell’Osservatorio di Milano, infatti, tre italiani su quattro hanno trascorso il Natale in famiglia, sette su dieci si sono recati alla classica messa di mezzanotte del 24 Dicembre, quasi il 4% in più rispetto all’anno scorso.
La vigilia di Natale non è festeggiata solo in Italia dove la tradizione cristiana padroneggia a tutto tondo ma anche in altri paesi del mondo dove chiaramente è vissuta in modo diverso. Ad esempio a Cuba, come in quasi tutti i paesi spagnoli è chiamata “noche buena”, si banchetta sino all’alba con laute portate di carne suina e birra alla vista di affascinanti presepi e alberi addobbati. Questa per citare solo una delle tradizioni provenienti dal mondo.
Cenoni a parte, una delle consuetudini più belle e suggestive che accompagnano questo periodo dell’anno è quella del donare la stella di natale, una pianta bellissima che acquisisce ancora più fascino conoscendo la leggenda che le si attribuisce. E’ la storia di una bambina messicana di nome Ines che la sera della vigilia di Natale voleva portare un dono a Gesù Bambino, non potendo comprare cose belle, raccolse dei rametti scorti per caso tra i ruderi di una vecchia chiesa, li sistemò con l’unica cosa carina di sua proprietà, un fiocco rosso che aveva tra i capelli. Entrò in chiesa e depose i ramoscelli dinanzi a Gesù, d’un tratto sentì le voci stupite delle persone recatesi in chiesa e, riguardando il suo mazzolino, vide che era stato trasformato in un fiore rosso con dei cuori dorati nel mezzo, il fiore più bello del Messico, la stella di Natale. Il dono simbolico di questa pianta durante il periodo natalizio rappresenta la fiducia e l’amore verso il prossimo.
Un’altra tradizione molto importante legata al Natale è quella del presepe, in alcune parti d’Italia, l’arte presepiale rappresenta un vero e proprio merito, si pensi ad esempio agli artigiani napoletani che espongono i loro lavori a San Gregorio Armeno, una delle vie più rinomate in materia.
Rappresenta la natività in miniatura, la parola presepe deriva dal latino praesaepe, ossia mangiatoia, il luogo dove è nato Gesù. Anch’esso ricco di simbolismo, comunica, attraverso ogni elemento, un messaggio particolare, la stalla rappresenta l’austerità, Giuseppe, invece, il dono dell’intelletto, in quanto la sua storia racconta di un uomo che, anziché ripudiare la sua promessa sposa, come avrebbe voluto l’usanza del tempo in quel caso, accetta la volontà di Dio e sposa Maria la donna benedetta dal Signore. Il bue, in quanto simbolo di fertilità, raffigura la forza sessuale mentre l’asino la natura inferiore dell’uomo rispetto a Dio. La presenza dei due animali nella stalla è molto importante, attraverso il loro soffio scaldano il bambin Gesù, il soffio è vita e dona una reminiscenza del soffio attraverso il quale Dio ha dato l’anima al primo uomo.
Meno simbolica ma decisamente ricca di sentimento è la leggenda legata alla tradizione dell’albero di Natale, si narra, infatti, che in un villaggio di campagna, la sera della vigilia un bambino fosse uscito di casa alla ricerca di un ceppo da ardere, come da tradizione. Calato il sole il piccolo non riuscendo a trovare la strada di casa ed esposto alla neve, cercò di ripararsi sotto le foglie di un abete. L’albero, intenerito, si chinò per proteggere il piccolo sino al mattino. Una volta sorto il sole, il bambino poté riabbracciare i suoi compaesani che si erano messi sulle sue tracce e, in quel momento, tutti videro lo splendido spettacolo che la natura regalava loro: la neve caduta si adagiava sui rami dell’abete come per formare dei festoni scintillanti alla luce del sole. Da quel momento gli abitanti del villaggio decisero di addobbare un abete per le feste di Natale. Queste sono solo alcune delle storie e delle tradizioni che il Natale ci regala nel corso del tempo, storie, che ad ogni modo raccontano una poesia.