Siamo abituati a pensare che certi tratti caratteristici di alcune popolazioni siano semplicemente il risultato dell’evoluzione e della selezione naturale. Molte volte, però, l’affare non è proprio così semplice, come spiegato ad esempio per la pelle chiara tipica del continente Europeo.
Un articolo pubblicato su Science ha evidenziato, almeno in parte, come il pallore europeo abbia origini più complesse e recenti di quanto si possa ipotizzare.
Attraverso uno studio condotto dal team di ricercatori coordinato dal genetista David Reich della Harvard Medical School di Boston, si sono ottenute moltissime informazioni sulle antiche popolazioni europee. La squadra di studiosi ha provveduto al sequenziamento del genoma di 83 mummie provenienti da vari siti archeologici del nostro continente stabilendo con certezza che i moderni europei sono il risultato dell’incrocio di tre popolazioni diverse giunte in Europa negli ultimi 8 mila anni durante vari flussi migratori. L’ultima ondata, riconducibile a un gruppo di pastori originari delle terre adiacenti il Mar Nero, pare abbia il merito di aver gettato le prime basi delle lingue indoeuropee (circa 4500 anni fa).
I ricercatori hanno effettuato un ulteriore studio, non ancora pubblicato, comparando i risultati provenienti dal primo studio con quelli del progetto più recente concentrandosi su tre tratti principali: la capacità di digerire il latte, la pelle chiara e l’altezza.
Per quanto concerne il consumo del latte, l’esperimento ha dimostrato che nessuna delle tre popolazioni antiche giunte in Europa possedeva la versione del gene LCT che consentisse di sviluppare la tolleranza al lattosio. Pare, infatti, che la capacità si sia realizzata intorno ai 4.300 anni fa. Sembrerebbe esserci, addirittura, una correlazione fra la digeribilità del lattosio e la pelle chiara.
Il trait d’union sarebbe stato la necessità di massimizzare la sintesi di vitamina D. Le popolazioni che occupavano le più alte latitudini europee potevano avere difficoltà nella sintesi della vitamina D a causa della scarsa esposizione della pelle ai raggi UV.
Il naturale processo di evoluzione della specie avrebbe, dunque, agito in due modi: favorendo la pelle chiara in modo da assorbire più facilmente i raggi UV e facilitando la tolleranza al lattosio in modo da assumere la vitamina D presente nel latte. Per quanto riguarda, invece, l’altezza, più che altro tipica del fenotipo nord europeo, deriva dall’arrivo delle popolazioni di Jamma. Il genoma di queste popolazioni conteneva il potenziale genetico più elevato per aumentare l’altezza degli individui.
Secondo le analisi condotte, la selezione naturale avrebbe favorito le dimensioni degli individui del Centro e Nord Europa dopo l’incrocio con i pastori di Jamma e, diversamente, a Sud dell’Europa avrebbe agito in senso diverso. Gli abitanti di queste zone, come dimostra la statura media di Italiani e Spagnoli, si sarebbero rimpiccioliti 6 mila anni orsono.