Un uomo in fuga da se stesso, un omicidio e la musica, tanta musica: Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani
Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani edito da BigBox Edizioni è l’ultimo romanzo dello scrittore molisano ambientato tra Italia e Casablanca. Una storia ricca di emozioni in cui turbinano fatti di sangue, amicizie, avventure e musica, il tutto permeato dai colori e dalla vitalità di due paesi unici, l’Italia e il Marocco.
Walter è un musicista di talento sempre in fuga da se stesso e che non riesce a concretizzare la sua vita con veri e proprie obiettivi. La svolta avviene quando decide di aiutare un suo amico accusato di omicidio a Casablanca. Da questo momento il protagonista inizia un viaggio interiore intenso e drammatico che lo cambierà definitivamente sia come uomo sia come musicista.
Andrea Cacciavillani scrive da sempre e non solo romanzi. Ha iniziato nel 2002 con la poesia scrivendo la silloge poetica “Icaro – cuori di cera” (Adriano Gallina editore) per passare poi al suo primo romanzo “Porte” (Michele Pascale Editore). Da quel momento la sua scrittura è stato un mezzo per esplorare nuovi generi e caricarsi di emozioni. Cacciavillani ha scritto infatti anche per il teatro, è Paroliere del gruppo musicale pop rock “Tabula osca”, è stato poeta e scrittore per il network radiofonico Radio Kisskiss e ha collaborato con diversi settimanali e periodici.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo in occasione del suo ultimo romanzo,Ostinato Ad Libitum, e ci siamo fatti raccontare qualcosa in più sul romanzo e sul suo rapporto con la scrittura
Salve, intanto grazie per questa intervista. Ostinato ad Libitum è il mio quarto romanzo. La mia attività artistica è stata e spero continui ad essere varia. Sono una persona molto curiosa e mi piace sperimentare. Ho iniziato con la poesia che credo sia un linguaggio espressivo tra i più belli che esistono. Ho scritto testi di canzoni, racconti, romanzi e adesso sceneggiature. Un viaggio molto bello che mi permette anche bellissime collaborazioni e incontri affascinanti. Ho scritto anche qualcosa per il teatro. Diciamo che amo molto la drammaturgia con i suoi personaggi e i suoi conflitti è uno specchio perfetto dell’esistenza
La scelta del Marocco e in particolare di Casablanca c’è stata dopo un viaggio che ho fatto in quella città. Avevo già in mente il personaggio ma mi mancava la giusta location. Il Marocco mi è sembrato subito il posto adatto. Tant’è che l’incontro con quella città e con quella cultura ha influito molto anche sulla dinamica della storia che ad un certo punto ha preso una piega completamente diversa dall’idea originaria. Una cosa che capita spesso comunque perché fa parte della magia della scrittura che ad un certo punto acquista una sua indipendenza e autonomia.
Qualunque racconto (a prescindere dal genere) ha insito una storia di conflitti, paure, emozioni e obiettivi da raggiungere. Gli scrittori non fanno altro che traslare nelle loro storie e nel loro personaggio le tensioni che abbiano tutti nella nostra esistenza. Walter inizia a reagire perché accade qualcosa, il celeberrimo “incidente scatenante”, che altro non è se non una presa di coscienza della propria vita. Sicuramente Walter ottiene molto già solo per il fatto che decide di reagire. Le conseguenze di una decisione non sempre portano risultati positivi. Ma non si può avere tutto nella vita. L’importante è avere consapevolezza della non immobilità.
Come ho detto nella risposta alla domanda precedente mi emoziona molto il fatto che i personaggi prendano vita. Si assumono le loro responsabilità, afferrano in mano la storia e la raccontano. Walter ha da subito acquisito una sua autonomia, una sua indipendenza. Certo i personaggi vivono e sono perimetrati in quel mondo (così diversi ma anche cosi simile al nostro) che uno scrittore abbozza. Ma il resto lo ha fatto Walter. Mi ha emozionato molto il modo in cui ha deciso di raccontare questa storia.
Come ho detto ho toccato entrambi i generi e non saprei adesso cosa rispondere. Forse dipende dal tipo di storia. Un’idea potrebbe essere sicuramente adatta ad un romanzo o ad un racconto, ma credo anche che l’idea stessa, appunto, possa suggerire su quale terreno voler crescere. Il racconto mi piace perché mi ha avvicinato al mondo cinematografico dove l’essenza è importantissima. Riuscire a concentrare in poche pagine un mare di emozioni che poi confluiranno nella sceneggiatura per diventare immagini, suoni, ellissi. Insomma vita.
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