Perché leggere Dostoevskij” di Antonio Schlatter Navarro edito da Graphe.it è un libro complesso che va letto adagio, proprio come tutti i romanzi del rinomato scrittore russo.
Il saggio, con la prefazione di Valerio de Cesaris, è a cura di Natale Fioretto.
L’autore del testo ci accompagna nel mondo stratiforme del grande pensatore metafisico che è Dostoevskij, attraverso una lettura ricca di suggestioni, riflessioni e scoperte.
Lo scrittore Antonio Schlatter Navarro, sacerdote della Prelatura dell’Opus Dei, ci guida in un viaggio intrigante tra i concetti più importanti che sono alla base dell’intera opera di Dostoevskij e che si rivelano utilissimi per capire l’attualità del suo messaggio.
Dolore e mistero nelle opere di Dostoevskij
Al centro dei lavori di Dostoevskij c’è sempre l’uomo con le sue miserie, la sua cattiveria, la sua bellezza e il suo degrado, conseguenza di quella libertà che ci è stata donata e che è la stessa che può portare l’uomo alla salvezza attraverso Dio.

Nei lavori di Dostoevskij, infatti, tutto ruota attorno al mistero dell’uomo e della sua relazione con Dio, anche se Quest’ultimo solo di rado viene nominato direttamente.
Nella sua ricerca verso una più profonda conoscenza di Dostoevskij, Antonio Schlatter Navarro ci comunica che il messaggio dello scrittore russo si può sintetizzare in tre passaggi chiave: dolore, coscienza e libertà.
Dolore, perché Dostoevskij non ha mai smesso di andare a fondo e di immergersi nelle caverne “dell’uomo del sottosuolo”. Egli, però, non è interessato a descriverne i risvolti psicologici, bensì ad “abitarne” il dolore. E’ così che lo scrittore russo ci accompagna negli abissi del peccato e in quelli della misericordia.
Perché leggere Dostoevskij di Antonio Schlatter Navarro si compone di 13 capitoli particolarmente suggestivi, ognuno dei quali affronta un argomento chiave per una comprensione profonda di Dostoevskij e per una riflessione sull’attualità del suo messaggio.
Il Mistero è certamente uno di questi temi. In tutte le opere dello scrittore russo la presenza di Dio aleggia ovunque ma non è mai nominato direttamente. Il mistero è dappertutto, soprattutto nell’immenso potere della sofferenza umana, così come nella libertà delle scelte e delle conseguenze ( specialmente quelle che riguardano l’accoglienza della presenza di Dio o meno nella nostra vita). Esempio emblematico in questo senso è Aleksej Kirillov, uno dei principali protagonisti del romanzo I Demoni, che ha sviluppato una teoria del suicidio come necessità per l’individuo pensante. Kirillov nega Dio e arriva a suicidarsi per poter uccidere Dio, dimostrando, però, che Dio esiste ed è ineluttabile…
Per dirla con le parole del protagonista dell’Adolescente, Makar Dolgorukij:
Tutto è mistero, amico mio, in tutto è racchiuso il mistero di Dio. In ogni albero, in ogni filo d’erba è racchiuso questo mistero. Se un uccellino canta, o se le moltitudini di stelle splendono di notte in cielo, è sempre lo stesso identico mistero

Il realismo superiore
Antonio Schlatter Navarro ci ricorda che i requisiti fondamentali del lettore ideale di Dostoevskij sono pazienza e attenzione. Dostoevskij non scrive nulla a caso. Le sue numerose digressioni sono sempre funzionali al romanzo e si inseriscono nel flusso di coscienza dei suoi protagonisti. A volte le affermazioni dei personaggi ci possono sembrare complicate, oscure, ma Dostoevskij pesa ogni parola, tutto è utile a indagare il mistero dell’uomo e della sua relazione con Dio.
Il suo stile è definito “realismo superiore” perché il mondo fisico ed esterno esiste solo nella misura in cui l’anima ne fa un luogo di vita. La descrizione di paesaggi e personaggi, infatti, sono raccontati perché permettono a Dostoevskij di intraprendere un viaggio nella realtà autentica. Tale realtà autentica è palese nel momento in cui lo scrittore ci evidenzia il paradosso e il contrasto. Ciò avviene quando ad esempio qualche personaggio si scontra con la bassezza terrena della realtà e Dostoevskij gli accomuna momenti di estasi e di levatura morale; lo stesso dicasi per il contrario: momenti di esaltazione spirituale si accompagnano al mondo più strettamente terreno. Perché questo è il mistero della vita, e chi più di Dostoevskij ha cercato di indagarne bellezza e paradossi.
Questo è uno dei motivi per cui i romanzi di Dostoevskij sono lunghi. Sarebbe impossibile indagare il mistero dell’uomo e di Dio in un centinaio di pagine…
Perché leggere Dostoevskij di Antonio Schlatter Navarro
Ricordiamoci che quando Dostoevskij scrive, parla sempre dopo aver analizzato se stesso, il suo rapporto con gli altri, le sue debolezze, la sua ricerca del mistero di Dio e dell’uomo. La vita dello scrittore russo è stata molto intensa, con diversi momenti traumatici che lo hanno spinto nell’abisso e che hanno condizionato le sue scelte. La vita di Dostoevskij è inseparabile dalla sua opera.

Dostoevskij aveva viaggiato molto in Europa e si era fatto un’idea ben precisa della cultura occidentale. Nel suo complesso la considerava malata di progresso e dominata dalla superficialità. Analizzandoci, non possiamo certo affermare che lo scrittore non avesse ragione.
Dostoevskij pensava che l’Europa stesse abbandonando le sue radici cristiane e che solo la Russia fosse rimasta roccaforte cristiana (idea abbastanza diffusa ai suoi tempi), contrapposta all’Occidente caduta nell’eresia. E quindi la sua missione, in qualità di scrittore credente ortodosso, era quella di portare il Vangelo in tuta la terra attraverso le sue opere.
Ci sono alcuni concetti del libro che sono particolarmente interessanti e che costituiscono il fulcro di alcune indagini di Dostoevskij. Uno di queste è che lo scrittore russo ci esorta ad amare l’uomo rispettandone la libertà. Non possiamo non appassionarci alle cadute dei suoi personaggi senza scorgervi le nostre, non possiamo restare indifferenti davanti ai grandi momenti di redenzione e misericordia perché sono quelli a cui intimamente aneliamo. Del resto, come specifica Antonio Schlatter Navarro nel suo libro, “gli scrittori raccontano per permetterci di comprendere la nostra narrazione personale”.
Concetto di bellezza
Perché leggere Dostoevskij di Antonio Schlatter Navarro, inoltre, si addentra nel concetto di bellezza, termine tanto abusato ai nostri giorni e completamente svilito dal messaggio autentico che Dostoevskij ha voluto trasferirci. Ampio spazio, infine, viene dato alla biografia dello scrittore russo e alle sue opere principali, a personaggi che negano l’esistenza di Dio, e a quelli che si torturano perché lo cercano e non lo trovano. Alla libertà, invece, è dedicata la Leggenda del Grande Inquisitore , un capitolo dei Fratelli Karamazov, di cui evidenziamo un richiamo molto profondo e significativo:

Perché leggere Dostoevskij di Antonio Schlatter Navarro, infine, ci dà alcuni suggerimenti sul corretto ordine di lettura delle sue opere per cogliere appieno il cammino di Dostoevskij verso la fase matura del suo pensiero e della sua vita.