Tendenze

Pil: Cgia, tra Feste e Ponti si lavora meno

Fabbriche, magazzini e uffici semivuoti: tra feste e ponti gli italiani lavorano 2 giorni in meno rispetto al 2024, così una nota della Cgia

(Adnkronos) – Fabbriche, magazzini e uffici semivuoti: tra feste e ponti quest’anno gli italiani lavorano 2 giorni in meno rispetto al 2024 e con un impatto sul pil di 12 miliardi in meno, un importo pari ai danni che potremmo subire dall’applicazione dai dazi imposti dall’Amministrazione Trump. Lo rileva la Cgia in una nota.

La nota della Cgia

Quest’anno in Italia si lavorerà 251 giorni, due in meno rispetto al 2024 che, comunque, era un anno bisestile. In termini di pil il costo in linea teorica è di 12 miliardi di euro, “un impatto economico equivalente a quello che potremmo subire dall’eventuale introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump”, rileva la Cgia. A livello europeo siamo annoverati tra i più stakanovisti: secondo l’Ocse, infatti, solo la Grecia (1.897), la Polonia (1.803), la Repubblica Ceca (1.766) e l’Estonia (1.742) registrano un numero di ore lavorate per occupato all’anno superiore al quello italiano che è pari a 1.734. In Francia sono 1.500 ore per occupato e in Germania 1.343. Un dato, quello italiano, che va interpretato con attenzione, osserva la Cgia, rilevando che l’Italia ha uno stock di ore lavorate molto elevato ascrivibile, in particolare, a un tasso di occupazione tra i più bassi di tutta Ue.

I calcoli sul Pil

Con una settimana di lavoro in più, guadagneremmo invece un punto di Pil: la Cgia stima che se tra feste e giorni pre-festivi fossimo in grado di recuperare una settimana di lavoro all’anno, guadagneremmo un punto di crescita che, in termini assoluti, ammonterebbe a circa 22 miliardi di euro.

La Cgia rileva che nel 2025 il pil è destinato a sfiorare i 2.244 miliardi di euro, pari a poco più di 6 miliardi di euro di reddito al giorno. Includendo anche i bambini e gli anziani, l’importo pro capite giornaliero medio nazionale ammonta a 104 euro. A livello provinciale il contributo per abitante più elevato viene da Milano con 184,9 euro. Seguono Bolzano con 154,1, Bologna con 127,6, Roma con 122 e Modena con 121,3. In coda alla classifica nazionale, invece, troviamo la provincia di Sud Sardegna con 50,8 euro, Cosenza con 50,7 e, infine, Barletta-Andria-Trani con 50,6, secondo un’elaborazione realizzata dall’Ufficio studi della Cgia su dati Prometeia e Istat.

—(Cim/Adnkronos) – (Web Info)

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

Redazione CinqueColonne

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