Sta per arrivare nelle tasche di circa 8 milioni di lavoratori dipendenti, in gran parte impiegati nel settore terziario, la quattordicesima mensilità, il cui impatto economico si preannuncia rilevante. L’ammontare complessivo è pari a 12,3 miliardi di euro, quasi 500 milioni in più rispetto allo scorso anno, rappresentando una vera e propria iniezione di liquidità per l’economia italiana, destinata in particolare a sostenere la spesa legata al turismo estivo.
È quanto emerge da un’indagine realizzata da Ipsos per Confesercenti, accompagnata da un’analisi dell’Ufficio economico dell’associazione, che rileva come quest’anno la mensilità aggiuntiva sarà utilizzata più che in passato per i consumi.
A chi spetta la quattordicesima e come viene calcolata
La quattordicesima mensilità spetta a lavoratori dipendenti in base a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di riferimento. Non tutti i contratti la prevedono, e in alcuni casi particolari – come assenze prolungate non retribuite – può non maturare. Anche per i pensionati Inps, esistono differenze significative nell’importo riconosciuto.
Come verrà spesa
Quasi la metà dei beneficiari (48%) utilizzerà parte significativa della quattordicesima per vacanze e viaggi, confermando il legame stretto tra questa entrata extra e la stagione estiva. Seguono le spese per il risparmio (24%) e per gli acquisti in saldo (19%).
Una quota importante sarà destinata a spese necessarie: il 15% userà la quattordicesima per bollette e rate (quota che sale al 18% tra i 35-65enni), l’11% per mutui o altri finanziamenti e un ulteriore 15% per spese sanitarie.
Emergono anche differenze territoriali: al Sud e nelle Isole il 13% la utilizzerà per pagare i centri estivi per i figli, contro l’11% al Nord e il 20% al Centro.
Effetti sulle famiglie
Per il 61% degli intervistati, la quattordicesima rappresenta un supporto fondamentale per affrontare con più serenità l’estate. La percezione di beneficio è più alta tra i giovani (67% tra i 18-34 anni), ma resta elevata in tutte le fasce d’età e aree geografiche.
Il 31% dichiara che l’entrata extra permette di affrontare spese che altrimenti non sarebbero sostenibili, con un picco del 33% tra i 35-65enni. Solo l’8% afferma che la mensilità aggiuntiva non ha un impatto significativo sulle proprie finanze.
Quando e quanto verrà speso
Il 64% degli intervistati ritiene che la quattordicesima sia particolarmente utile per far fronte alle spese estive. Il consenso è trasversale per età, genere e area geografica. Solo il 9% vorrebbe riceverla in un altro periodo dell’anno, mentre il 27% è indifferente.
Nei primi 30 giorni dalla ricezione, il 33% prevede di spenderne tra il 40% e il 60%, mentre il 13% conta di utilizzarne quasi la totalità (tra l’80% e il 100%).
La proposta di una tassazione agevolata
Confesercenti rilancia la proposta di introdurre una tassazione agevolata del 10% sulle mensilità aggiuntive (tredicesima e quattordicesima), che potrebbe liberare circa 8 miliardi di euro a favore dei consumi.
Secondo l’associazione, le risorse per coprire l’intervento potrebbero arrivare dal calo dello spread, che nel triennio 2025-2027 genererebbe fino a 8 miliardi. La misura si autofinanzierebbe in parte grazie all’incremento dei consumi, con un potenziale ritorno fiscale stimato in circa 2 miliardi di euro.
Il commento di Confesercenti
“La quattordicesima è una boccata d’ossigeno per milioni di famiglie italiane – spiega Nico Gronchi, vicepresidente vicario di Confesercenti e presidente di Assoterziario –. Consente spese che molti altrimenti non potrebbero permettersi, come vacanze, centri estivi per i figli o saldi, e contribuisce a vivere l’estate con maggiore tranquillità.
Proprio come la tredicesima a Natale, la quattordicesima rappresenta un momento atteso, che rompe la rigidità dei bilanci familiari e offre un’iniezione di fiducia. In un periodo in cui cresce la consapevolezza sui temi del lavoro povero e della perdita di potere d’acquisto, è fondamentale rafforzare il reddito disponibile, anche attraverso una fiscalità più equa”.
Gronchi sottolinea anche l’urgenza di contrastare i cosiddetti contratti “pirata”, che oggi negano la quattordicesima a oltre 800mila lavoratori del terziario, sottraendo loro un miliardo di euro e alterando la concorrenza tra le imprese.
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