Come è noto l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nota ai più come OCSE è un ente internazionale costituito da 34 stati istituito per realizzare il coordinamento delle politiche nazionali e internazionali degli aderenti dotato chiaramente di indipendenza di analisi e giudizio. Ogni anno l’OCSE provvede a pubblicare il rapporto annuale “Taxes wages” (tradotto dall’inglese “tasse e salari”), che esamina i diversi livelli di tassazione e salariale che vengono applicati in ciascun Paese membro per metterli a confronto. Per quanto riguarda la classifica dei salari medi netti all’anno che chiaramente sono parametrati al 2011, è la Gran Bretagna ad occupare la prima postazione della graduatoria con 38.952 dollari, seguita dagli Usa (36.129 dollari), dal Giappone (35.350), dalla Germania (33.019), dalla Francia (29.798), dal Belgio (28.524). Il passaggio dal 22esimo posto del 2010 al 23esimo posto del 2011 da parte dell’Italia con 25.160 dollari all’anno, pari a 20.088 euro, che è comunque al di sotto della media Ocse pari a 21.557 euro, dimostra se c’era bisogno di dimostrare il declino del Belpaese e a sua volta l’inefficienza delle misure prese negli ultimi anni. Basti pensare, che tale perfomance del è battuta, si fa per dire, dalla Grecia e del Portogallo, ma Spagna ed Irlanda, che sono notoriamente in recessione, fanno meglio rispettivamente con 27.741 e 31.810 dollari. Peggio di noi oltre i due stati europei unitamente alla Polonia solo pochi altri, tra i quali Messico e Cile. Tali dati, però si riferiscono ai salari netti. La situazione è addirittura peggiore se si prendono in considerazione i salari lordi, ed è il cosiddetto cuneo fiscale, che non è altro che la differenza tra il lordo e
Fonte: Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e “Sportello dei Diritti”