Il referendum dell’8 e 9 giugno 2025 includerà, come già noto, un totale di cinque quesiti. Gli elettori e le elettrici italiani saranno invitati a esprimersi su quattro tematiche legate al mondo del lavoro e su una questione riguardante la cittadinanza italiana. In particolare, il quesito numero 1 tratterà il primo dei quattro argomenti di carattere lavorativo, concentrandosi sul tema del reintegro sul posto di lavoro in seguito a un licenziamento che venga ritenuto illegittimo da un’autorità giudiziaria.
Il quesito che gli elettori e le elettrici troveranno sulla scheda verde chiaro è il seguente:
«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»
Cosa prevede la normativa attuale
Il decreto legislativo n. 23 del 4 marzo 2015, comunemente conosciuto come “Disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti”, rappresenta una delle principali componenti del Jobs Act. Questa normativa introduce importanti cambiamenti per i lavoratori e le lavoratrici assunti a partire dal 7 marzo 2015 presso imprese con più di 15 dipendenti. In base alle nuove disposizioni, tali lavoratori e lavoratrici non hanno generalmente diritto al reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento riconosciuto illegittimo. L’opzione del reintegro è contemplata esclusivamente in situazioni particolari ed eccezionali.
Nella maggior parte dei casi, il lavoratore o la lavoratrice ingiustamente licenziati può ricevere soltanto un indennizzo economico, il cui ammontare viene stabilito dal giudice tenendo conto dell’anzianità di servizio maturata. Questo indennizzo può variare all’interno di un intervallo che va da sei a trentasei mensilità, offrendo così una compensazione proporzionata alla durata del rapporto lavorativo.
Referendum 8 e 9 giugno: cosa cambierà o non cambierà
Se prevarrà il sì, l’intero decreto legislativo sarà abrogato in modo definitivo. In sostituzione, verrà ripristinata la normativa precedente, che tornerà ad essere pienamente applicabile. Questo comporterà il ritorno alla disciplina sui licenziamenti così come prevista dalla riforma Fornero del 2012. La conseguenza principale sarà che il reintegro nel posto di lavoro, in caso di licenziamento giudicato illegittimo, diventerà nuovamente possibile, oltre alla possibilità di ricevere un indennizzo, e riguarderà una platea di lavoratori e lavoratrici sensibilmente più ampia rispetto alla normativa attuale.
Se prevarrà il no, il decreto legislativo resterà in vigore nella sua interezza.
Se non sarà raggiunto il quorum, il referendum non sarà valido.
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