Caleidoscopio

Sanremo è Sanremo

Ieri sera è andata in onda la prima serata del 73° Festival della canzone italiana dal Teatro “Ariston” di Sanremo, che sta facendo cantare tutti gli italiani

Ieri sera è andata in onda la prima serata del 73° Festival della canzone italiana dal Teatro “Ariston” di Sanremo, che sta facendo cantare tutti gli italiani ˗ o quasi ˗; che ci terrà tutti ˗ o quasi ˗ inchiodati davanti al televisore. Sarà ancora il Festival di Amadeus, uno che non è Mozart ˗ nonostante il celebre nome ˗ ma che di musica pare se ne intenda. Sarà il Festival dei ritorni (Giorgia, Anna Oxa, Gianluca Grignani, Paola e Chiara, i Modà…), dei debuttanti illustri (I Cugini di Campagna, Articolo 31…) e di giovani interessanti al passo coi tempi, con ritmi e melodie attuali che imperversano nelle radio e sui social: Ariete, Lazza, Ultimo, Colla Zio…

Al fianco del conduttore de “I soliti ignoti”, che è anche il direttore artistico, ci sarà Gianni Morandi, una icona del Festival, un mostro sacro della canzone italiana (il suo sarà un ritorno come presentatore). Ci sarà una grande abbuffata di canzoni (alcune interessanti, altre meno), fino alla nausea, tra ospiti internazionali e intrattenimenti di vario genere. Come ogni anno del resto.

Ma sarà ancora l’ennesimo Festival delle polemiche? Sembra proprio di sì: i falsi green pass di Madame, l’immancabile gender fluid e il discusso e fuori luogo messaggio di Zelensky le preannunciano. In fondo la polemica, gli scandali, sono sempre stati il sale del Festival, come in tutte le grandi kermesse, d’altronde, una sorta di circolo vizioso. A cominciare dagli inizi, cioè dagli anni ʼ50, quando vennero alle mani i rivali d’amore di Nilla Pizzi: il cantante Gino Latilla e il maestro Cinico Angelini. Come non ricordare una colossale “stecca” del reuccio Claudio Villa con il brano Cancello tra le rose, di una delle voci più potenti della canzone italiana. Dalla stonatura si passa, qualche anno dopo, allo scandalo “hot” della sensuale Jula De Palma (eravamo nel ʼ59, certe “licenze” non erano ancora tollerate), che viene addirittura aggredita per strada da alcuni puritani.

Si sa che il palco sanremese mette una certa agitazione ai cantanti, qualcuno si emoziona più del consueto. Sorprendentemente l’emozione colse anche la grande Mina: nel mentre cantava Io amo tu ami (siamo nel 1961), scoppiò in un pianto improvviso che la costrinse ad abbandonare il palco, dichiarando che mai più avrebbe calcato quel palco. Poi ci fu l’accusa di plagio a Toni Renis ed Emilio Pericoli per il brano Una per tutte. E arrivando a tempi più recenti, cioè agli anni ʼ80, non possiamo che menzionare l’abbandono del palco di Vasco Rossi prima che terminasse l’esibizione (mentre la canzone continuava autonomamente), polemizzando sul fatto che quell’anno i cantanti si esibivano in playback. Nel 1992, in piena Tangentopoli, Pupo raccontò che alla sua partecipazione del 1984 comprò il 4° posto con le schedine del Totip (introdotte come voto popolare proprio quell’anno) per 75 milioni.

L’ultimo scandalo che si ricordi (oltre ai falsi green pass di Madame) è quello del 2020 tra Morgan e Bugo che a quel Festival si presentarono in coppia: alla quarta serata, durante la loro esibizione, Morgan incominciò a cambiare il testo sostituendolo con parole umilianti e offensive nei confronti del collega che riteneva un maleducato e un approfittatore. A quel punto Bugo lascia il palco mentre Morgan, che non si accorse subito dell’allontanamento di Bugo, continuava a suonare e a cantare (della serie: se la suonava e se la cantava da solo). Poi divenne virale la frase: «Dov’è Bugo?». Ma Sanremo è Sanremo, dove tutto si perdona in funzione del successo e degli introiti.

Cosa ci si aspetta stasera? Che inizi una kermesse con buone canzoni (i cantanti possono garantire qualità e ascolto non mancano, da Ultimo a Giorgia, dai Modà, da Marco Mengoni ad Anna Oxa. Per la cronaca, ecco la lista completa dei big: Articolo 31, Marco Mengoni, Elodie,  Colapesce Dimartino, Ariete, Modà, Mara Sattei, Leo Gassmann, I Cugini di Campagna, Mr. Rain, Giorgia, Anna Oxa, Lazza, Tananai, Paola e Chiara, LDA, Madame, Gianluca Grignani, Rosa Chemical, Coma_Cose, Levante, Ultimo.

Quest’anno cosa rimarrà veramente di questa kermesse, oltre a qualche polemica già annunciata? Non c’è ancora dato sapere. Quello che ci si attente è di ascoltare delle buone canzoni, ma con leggerezza: in fondo è solo musica leggera, sono solo canzoni.

Giorgio Moio

Poeta, nasce a Quarto (NA) nel 1959. Già redattore di «Altri Termini» e «Oltranza» (di quest'ultima è anche tra i fondatori), per le Edizioni Riccardi, già direttore editoriale, nel '98, anno in cui inizia a partecipare a mostre collettive di poesia visuale (una sessantina fino ad oggi) fonda e dirige la rivista «Risvolti». Dal 2017 dirige la rivista «Frequenze Poetiche» e dal 2021 cura la collana di poesia verbovisuale "Contrappunti", presso l'editore Bertoni. Ha organizzato eventi, partecipato a letture di poesia e ad una sessantina di mostre collettive di poesia visuale. Ha pubblicato una ventina di volumi di poesia, prosa e saggistica, di cui l'ultimo è Contrappunti variabili (Bertoni Editore, 2020 - poesia).

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