Secondo il DPCM del 3 dicembre scorso, le scuole riapriranno per le lezioni in presenza il 7 gennaio 2021, al termine delle vacanze di Natale. Purtroppo, però, la curva dei contagi, pur non aumentando, non accenna a diminuire. In più la variante inglese del virus, entrata anche nel nostro Paese, sta creando ulteriori allarmi. A questo punto la domanda è lecita: quando si torna a scuola?
Chi parteggia per il rientro
Il nodo scuola, come già visto, è uno dei più complessi da sciogliere. La prima a spingere perché gli studenti riprendano a fare lezione in presenza è Lucia Azzolina. Per la ministra dell’Istruzione, la scuola è ben regolata e organizzata per accogliere gli studenti in sicurezza. Lo avrebbe dimostrato l’apertura di settembre mentre la chiusura di ottobre sarebbe stata
conseguenza di una situazione sfuggita al controllo. Tra l’altro il passaggio in zona gialla di alcune regioni ha permesso agli studenti di tornare in aula già nel mese di dicembre. Poi ci sono i comitati dei genitori che più volte sono scesi in piazza per chiedere un pronto rientro a scuola per i loro figli non solo per motivi didattici ma anche di socializzazione.
Quando si torna a scuola
Cosa bisogna fare, allora, perché riprendano le lezioni in presenza? Le regole interne, per quanto rigorose e rispettate, non bastano. Occorre una riorganizzazione degli orari della città e dei trasporti locali in modo da diluire la presenza delle persone in strada e sui mezzi pubblici ed evitare assembramenti. Due aspetti che lo scorso settembre, con l’inizio di un nuovo anno scolastico, non si è riusciti ad affrontare. I mezzi di trasporto pubblico locale hanno continuato a viaggiare a pieno carico e gli unici a predisporre uno slittamento dell’inizio attività sono stati proprio gli istituti scolastici.
E’ chiaro che se la situazione epidemiologica peggiora, com’è accaduto appunto a ottobre quando è iniziata la seconda ondata, chiudere le scuole o ridurne la frequentazione diventa la soluzione più saggia.
Ora che, inoltre, incombe lo spettro di una terza ondata, l’incertezza riguardo al 7 gennaio come data di rientro a scuola è legittima. E’ lecito pensare che le misure restrittive adottate dal Governo in occasione delle festività natalizie dovranno essere prorogate.
L’autonomia regionale
La ciliegina sulla torta, in questa situazione, è l’autonomia regionale. Mentre il Governo si dice compatto nella scelta di riaprire la scuola il 7 gennaio, alcuni presidenti di regione tirano il freno a mano. Al momento il presidente della Lombardia Attilio Fontana si è detto favorevole a una riapertura graduale delle scuole, mentre Luca Zaia per il Veneto chiede che la ripresa delle lezioni in frequenza sia subordinata ai dati epidemiologici. In Campania, invece, sembra già pronto il piano per la riapertura delle scuole. Al termine dell’incontro tra Prefetto di Napoli e i Direttori generali per la mobilità della Regione Campania e dell’Ufficio Scolastico Regionale, è stato stabilito che gli orari di ingresso a scuola siano distribuiti dalle 8 per il 40% degli alunni e dalle 10 per il restante 60%. E’ possibile prevedere anche turni pomeridiani con ingresso alle ore 14. Il Trasporto Pubblico Locale sarà potenziato mentre per gli uffici pubblici si valuta l’apertura alle ore 11. L’appuntamento per prendere la decisione definitiva su quando si torna a scuola è fissato per il 4 gennaio.
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