Di Silvana Fumo ancora oggi mi sorprende, a distanza di anni dal primo racconto letto, la capacità tutta personale di cogliere aspetti, sfumature, motivazioni di accadimenti e persone di cui narra nei suoi racconti o di autori che commenta sulla pagina Facebook di Setteversi, della quale è preziosa presenza, che ai più sfuggono: “questo non l’ho colto” mi ritrovo a pensare puntualmente, “diavolo di una donna, ha tutta la mia ammirazione!” “E i temi dei suoi racconti?” Sa spaziare dal privato di ricordi e di vicende personali, agli incontri coi bambini e l’habitat da cui provengono, da uno scoglio testimone di un soliloquio, all’invenzione di nuovi mondi, con la consapevolezza che è alla nostra umanità che non possiamo sfuggire a lungo.
E in effetti Silvana Fumo è una sorpresa continua, per la ricerca costante delle parole che diventano scrittura calda, empatica, raffinata e sempre poetica in un crescendo tenace e talentuoso.
Le sfumature della vita
“Per comprendere le sfumature della vita occorre averne fatto esperienza” afferma in “Sigaro napoletano”, il racconto dedicato al padre e alla sua capacità di cogliere le sfumature dei paesaggi e della vita dipingendo cartoline ideali della sua città, di fatto ferita nella realtà del post-bombardamenti di fine guerra. Un “mestiere” imparato per sopravvivere alla fame dei tempi, lui ragazzino di 16 anni testimone della durezza e della tragedia di un conflitto subito, ma anche artefice entusiasta del suo stesso benessere. I bambini sensibili fanno propri il sentire e le esperienze dei genitori.
La sensibilità attenta all’altro da sé dell’autrice, l’ha sostenuta nel suo lavoro di logopedista, a stretto contatto con la malattia dei bambini, ma anche con la loro forza, la pazienza, l’ottimismo e i buoni risultati raggiunti insieme, talvolta in mascalzona complicità – Campione del mondo! – Una sensibilità estesa alla natura, al sociale, all’aspetto politico della sua terra, il Sud, meraviglioso e tradito, di cui si è fatta paladina.
Tutto confluisce nel suo narrare, in quella scrittura antica e moderna, rubata al quotidiano per intima urgenza e antico bisogno d’essere connessa all’arte che non riempie le tasche. E chi legge non può restare indifferente, non può sottrarsi al riverbero delle emozioni, all’assoluta autenticità delle intenzioni, alla capacità di evocare immagini con le parole mai banali, coraggiose – osa parlare di solitudini e paure, degli handicap dei bambini – belle e di contenuto e con le quali si mette sovente in gioco senza rete di protezione.
“Viola” è il titolo della raccolta, il viola colore raro in natura, associato alla nobiltà – d’animo – alla creatività, alla pietà e al mistero, alla spiritualità e alla nostalgia, ma anche alla femminilità e alla fascinazione erotica. Un piccolo universo compiuto, poeticamente abitato.
Versi di Silvana Fumo – Ho abitato
Ho abitato differenti solitudini
ho bussato e mi sono accomodata
nel vasto portico popolato
di invisibili presenze.
In qualcuna mi ci hanno portata
come un cagnolino
– mi fidavo, sì –
mi han dimenticata là
sul ciglio della strada.
Una solitudine, a dire il vero, m’abbracciò
e ci facemmo buona compagnia
mentre guarivo nel mio lettino
da bambina.
Coi pastelli coloravo
ciascun decimo di febbre,
al medico giocatore dissi
“rien va plus!” scommettendo
sul rosso e sul nero.
A lungo ne ho abitata un’altra,
non che mi piacesse
ma le altre erano già occupate
e per badarci meno
la riempii di libri,
le parole mi vennero a trovare
inattese ospiti
portando vino rosso
e crema pasticciera.
L’ultima s’è presentata
nelle piogge d’estate
“sono la tua malinconia”
e son cascata come un sasso nell’onda.
Le ho chiesto “cosa resterà di me?”
È stata a lungo in silenzio
ed io in ascolto,
e dipende da te”
ha chiosato.
Una solitudine sfrontata
non c’è che dire
senza merletti alle finestre,
e stampe antiche alle pareti.
Da me dipende lo zucchero nel caffè
che non berrò
al suo freddo focolare
dove giacciono foto
e rose ingiallite.
Ho abitato solitudini
ma le ho anche lasciate
portandone un pezzetto
da raccontare.
Resterà di me
un DNA corretto
un giudizio, una frase
nel cuore di mia figlia.
Il mio nome in un registro.
Chi è Silvana Fumo?
Silvana Fumo è nata a Napoli, si è occupata di restauro di affreschi, prima di laurearsi in logopedia e iniziare la sua avventura coi bambini. Appassionata di scrittura partecipa ai corsi tenuti da Antonella Cilento e G. Calvino, nonché a vari concorsi classificandosi trai primi o vincendoli. Suoi racconti sono stati pubblicati in antologie a Napoli e a Bologna e dal magazine CinqueColonne, collabora con la pagina dedicata alla scrittura: Setteversi.