Le gravi epidemie di colera di Sudan e Nigeria hanno tassi di mortalità tripli rispetto alla media globale, con il numero dei casi in continuo
Le gravi epidemie di colera di Sudan e Nigeria hanno tassi di mortalità tripli rispetto alla media globale, con il numero dei casi in continuo aumento a causa dei conflitti e delle inondazioni che ostacolano l’accesso alle cure, mettendo a rischio migliaia di bambini. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
In Sudan, secondo i dati più recenti, il tasso di mortalità (CFR) è di 3,1 morti ogni 100 casi confermati, ben al di sopra dello standard minimo di 1 ogni 100 (o 1%). L’epidemia in Nigeria ha un tasso di mortalità del 2,9%, quasi tre volte superiore allo standard minimo.
Circa 16 Paesi dell’Africa occidentale, centrale e orientale, tra cui il Sudan e la Nigeria, negli ultimi mesi hanno subito inondazioni senza precedenti a causa del crescente impatto dei cambiamenti climatici. In particolare, secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2024 le inondazioni hanno colpito più di 4,4 milioni di persone in Africa occidentale e centrale e più di 2 milioni in Africa orientale.
Le inondazioni, l’acqua contaminata e l’inadeguato trattamento delle acque reflue hanno portato a un’impennata dei casi di colera, che potrebbero essere adeguatamente trattati grazie all’accesso degli operatori umanitari e a un’assistenza di qualità. Purtroppo questo tipo di interventi è risultato impossibile in alcune parti del Sudan e della Nigeria, provocando così l’aumento dei tassi di mortalità e colpendo in modo sproporzionato i bambini sotto i cinque anni.
In Sudan, tra il 22 luglio e il 29 settembre, sono stati segnalati oltre 17.600 casi di colera e 546 decessi associati in 60 località di 10 stati, secondo il Ministero federale della Sanità e l’OMS. L’epidemia è alimentata da una combinazione letale causata dalle inondazioni, la contaminazione dell’acqua e quasi 18 mesi di violenze, che hanno decimato le strutture sanitarie, con almeno l’80% degli ospedali del Paese fuori servizio e quelli operativi privi delle forniture mediche di base.
A settembre, le équipe di Save the Children a El Damer, nello Stato del Nilo fluviale, e a Gedarif, nello Stato di Gedarif, hanno segnalato un’enorme impennata dei casi di colera tra i bambini sotto i cinque anni, pari al 15% dei casi confermati e dei decessi in tutto il Paese.
In Nigeria, l’epidemia è legata ai massicci spostamenti causati da vaste inondazioni che hanno colpito 29 dei 36 Stati del Paese, soprattutto nelle aree settentrionali. Il primo ottobre, in Nigeria, erano confermati più di 450 casi, tra cui 32 decessi, e i bambini rappresentavano il 37% dei casi confermati. Si prevede che la situazione peggiorerà con il prolungamento delle piogge nel nord del Paese nel mese di ottobre, che si teme causeranno ulteriori allagamenti e costringeranno tantissime persone a lasciare le proprie case.
“La mancanza di farmaci salvavita, unita alla crisi alimentare e alla malnutrizione, sta mettendo milioni di bambini a rischio di malattie e di possibile morte. Le nostre équipe sanitarie in tutto il Paese ci dicono che la maggior parte delle morti infantili per colera sono dovute ad altre complicazioni dovute all’indebolimento del sistema immunitario a causa della malnutrizione”, ha dichiarato Mohamed Abdiladif, Direttore nazionale ad interim di Save the Children in Sudan. “Il collasso del sistema sanitario non solo priva i bambini delle cure mediche d’emergenza, ma ostacola anche il loro accesso ai servizi di routine essenziali, tra cui le vaccinazioni salvavita per i piccoli sotto i cinque anni e l’assistenza alla maternità per le madri incinte. I casi di colera, morbillo e febbre dengue sono aumentati esponenzialmente negli ultimi mesi e ora centinaia di persone stanno perdendo la vita per cause del tutto prevenibili”.
“Le epidemie di colera si possono prevenire con infrastrutture e pratiche igieniche adeguate” ha dichiarato Duncan Harvey, Direttore nazionale di Save the Children in Nigeria. “Ma in Nigeria le inondazioni stanno peggiorando la vita dei più vulnerabili, soprattutto dei bambini nel nord-est. La situazione sta rendendo irraggiungibili cibo e acqua potabile e la malnutrizione e le malattie sono già diffuse tra i più piccoli. Chiediamo ai governi e ai donatori internazionali di accelerare le azioni per salvare la vita dei bambini. Esortiamo la popolazione a prendere precauzioni e a rivolgersi immediatamente a un medico in caso di sintomi”.
In Sudan, Save the Children sta testando la qualità dell’acqua, monitorando e clorando 35 fonti idriche nella località di Sawakin, nello Stato del Mar Rosso, e ha smaltito 125 tonnellate di rifiuti solidi. Nello Stato di Gedaref, l’Organizzazione sta trattando i casi di colera e fornendo acqua potabile ai centri di trattamento del colera. L’Organizzazione, inoltre, sta, fornendo assistenza alle famiglie per l’acquisto di beni di prima necessità come cibo e acqua.
In Nigeria, negli stati più colpiti di Adamawa e Yobe, Save the Children sta fornendo beni di prima necessità e per il primo soccorso agli sfollati, tra cui forniture mediche, farmaci e kit per il colera. L’Organizzazione sta trasportando acqua alle comunità sfollate, conducendo campagne di promozione dell’igiene e disinfettando le fonti per migliorare l’accesso all’acqua potabile.
Immagine di copertina from PxHere
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