Senza tracce
giorni uguali. Ombre
d’Esperidi
Spoglio silenzio.
Solitudine rada
chinata dentro.
Scheggia sporgente,
pietra di cavi corpi,
sbercia l’antro.
Ogni giorno uguale a Forcella, luce radente sui basoli della solitudine. Riconosco le scarpe, sono proprio le sue. Gli ero amico ma poi… Sembrano gli ultimi ricordi di lui lasciati apposta. Nelle scarpe i suoi pensieri. Ero stato al portico sul gradone e l’ombra di grosse farfalle non aiutavano la mia pena, quando lui venne avanti e…fu allora gli dissi di lei…
Nota
Tre HAIKU, ma anche tre MUKI, (ovvero “senza stagione” – assenza di fascino, incanto della natura) e tutto sommato un RENGA (ossia “poesia a catena” una forma di letteratura e lirica della tradizione giapponese del XVI sec.) Gli Haiku erano parte dei Renga che significa “poesia a catena”. Una formula che prevede alternanze di frasi non necessariamente brevi ma consequenziali l’una con l’altra avendo, nel loro insieme, consequenzialità, coerenza seppure singolarmente autonome con un proprio significato.
Foto di copertina di Bruno Pappalardo per Cinque Colonne Magazine