(Adnkronos) – E adesso, con Donald Trump verso la Casa Bianca, cosa cambia per l’Ucraina e per la Russia? Il nuovo presidente degli Stati Uniti può diventare un ‘game changer’ nella guerra in corso da oltre 1000 giorni? Trump arriva sullo scacchiere internazionale dopo una lunga serie di dichiarazioni con cui ha espresso la propria posizione in relazione al conflitto.
“Con me alla Casa Bianca non sarebbe mai iniziato”, ha detto e ripetuto. Poi, ha assicurato che dopo la vittoria alle elezioni avrebbe favorito un rapido accordo tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Da Mosca, anche nelle ultime ore, hanno mostrato un malcelato scetticismo. Da Kiev, hanno ripetuto che la pace non arriverà con sacrifici territoriali. In mezzo, ripetute stoccate del neopresidente americano a Zelensky: lo ha ricevuto a New York, dove gli ha ricordato gli ottimi rapporti con Putin, e prima lo ha definito il più grande piazzista della storia, capace di ‘spillare’ decine di miliardi agli Stati Uniti in ogni visita a Washington.
Da Mosca, apparentemente, il trionfo di Trump è accolto con poco interesse. Putin si sarebbe congratulato “in modo non ufficiale”, in attesa di un messaggio formale non ancora in programma, attraverso “conoscenze” al ministero degli esteri russo, e lo stesso avrebbero fatto altri esponenti dell’establishment politico russo, scrive il sito di notizie indipendenti Vyorstka.
“Dopo la vittoria, quando ci si prepara ad entrare nello Studio Ovale o dopo essere entrati nello Studio Ovale, i discorsi possono a volte assumere un toni diversi”, precisa, rispondendo alle domande di chi ricorda le parole di Trump in campagna elettorale, per cui se eletto avrebbe posto fine velocemente alla guerra. Il Cremlino si dice aperto al dialogo e aspetta di vedere quello che accadrà al suo insediamento a gennaio. A Mosca, prevedibilmente, si spera in una riduzione degli aiuti militari all’Ucraina.
Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza, nei giorni scorsi ha chiarito di non riporre nessuna fiducia in Trump, destinato magari “a fare la fine di Jfk”. L’ex presidente russo corregge il tiro dopo il voto: “Il sistema lo ostacola, ma Trump è un uomo d’affari che non vuole buttare soldi per alleati idioti”. Recentemente, Zelensky si è lamentato per il ritardo nella consegna dei pacchetti previsti: solo il 10% delle armi promesse dal Congresso a maggio sono arrivate a destinazione. Inoltre, Washington non ha concesso il via libera all’uso dei missili a lungo raggio Atacms contro obiettivi militari in territorio russo. C’è da scommettere che la situazione non cambierà con l’avvento del Trump-bis.
In questo quadro, passa quasi inosservato il messaggio ‘da protocollo’ inviato dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, principale alleato di Putin, che si è congratulato con Donald Trump per la sua vittoria alle elezioni: un “risultato personale”, ha detto, ottenuto “in una competizione senza precedenti”.
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