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(Adnkronos) – Più sanzioni e meno armi. La strategia di Donald Trump in relazione alla guerra tra Russia e Ucraina si va definendo attraverso le decisioni ‘indirette’ che il nuovo presidente degli Stati Uniti ha adottato in vista dell’insediamento del 20 gennaio. L’ultimo segnale, in ordine di tempo, arriva da Scott Bessent, l’uomo scelto da Trump per ricoprire la carica di Segretario del Tesoro. Bessent ha avvertito la Russia, e in particolare le compagnie petrolifere, che con l’avvento della prossima amministrazione americana troveranno ad attenderle sanzioni ancora più severe.
“Se qualche funzionario della Federazione Russa sta assistendo a questa udienza di conferma, deve sapere che se sarò confermato e se il Presidente Trump chiederà, come parte della sua strategia, di porre fine alla guerra in Ucraina, sarò al 100% d’accordo con l’inasprimento delle sanzioni, in particolare sulle major petrolifere russe, a livelli che porteranno la Federazione Russa al tavolo”, ha dichiarato Bessent.
C’è però un altro binario che caratterizza l’azione della nuova amministrazione. Lo Speaker della Camera, Mike Johnson, ha deciso di rimuovere dalla guida della commissione Intelligence Michael Turner, che è sempre stato un grande sostenitore degli aiuti militari all’Ucraina e ha criticato le resistenze dei colleghi repubblicani nei confronti di Kiev. La mossa è suggerita da Trump, secondo quanto ha detto a Cbsnews lo stesso Turner affermando che lo Speaker gli ha citato “preoccupazioni a Mar a Lago”, la base di Trump in Florida, per giustificare il suo siluramento.
Da parte sua, Johnson ha detto che Turner “si è comportato in modo valoroso in circostanze difficili”, ma ora con il nuovo Congresso c’e’ bisogno “di un nuovo inizio”, negando che sia stata “una decisione di Trump, ma una decisione della Camera”. Il cambio di leadership dell’importante e influente commissione conferma come i repubblicani, che ora controllano l’intero Congresso e da lunedì la Casa Bianca, vorranno cambiare drasticamente approccio alla guerra in Ucraina, sottolinea oggi il Washington Post.
Rubio ha poi puntato il dito contro l’amministrazione Biden che in questi quasi due anni di sostegno a Kiev “non hanno mai delineato l’obiettivo finale del conflitto. Che cosa stavamo finanziando esattamente? Per che cosa esattamente stavamo mettendo i soldi?”. Ed ha contestato il mantra dell’impegno al fianco a Kiev fino a quando sarà necessario: “In molte occasioni si sentiva, ‘tutto quello di cui c’e’ bisogno per tutto il tempo necessario’, ma questa non è una posizione realistica o prudente”.
“Quello che Vladimir Putin ha fatto è inaccettabile, non ci sono dubbi, ma questa guerra deve finire”, ha poi ribadito, aggiungendo che “la verità è che in questo conflitto non c’e’ modo che la Russia possa prendere tutta l’Ucraina, gli ucraini sono troppo coraggiosi, combattono con troppa forza e il Paese è troppo grande”. Allo stesso tempo il futuro segretario di Stato, che ha promesso di ingaggiare una “diplomazia audace”, ha affermato che “irrealistico che una nazione delle dimensioni dell’Ucraina, non importa quanto impreparate e quanto siano danneggiate le forze russe, riesca da sola a respingere queste forze indietro dove erano alla vigilia dell’invasione”.
—internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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