La rapidità con cui l'Amministrazione Trump si è mossa sul fronte Ucraina ha preso l'Europa alla sprovvista e il primo a correre ai ripari è il presidente francese Emmanuel Macron
(Adnkronos) – La rapidità con cui l’Amministrazione Trump si è mossa sul fronte Ucraina ha preso l’Europa alla sprovvista e il primo a correre ai ripari è il presidente francese Emmanuel Macron, che ha convocato all’Eliseo un vertice a 11 per decidere il da farsi, di fronte al serio rischio che il destino di Kiev venga deciso a tavolino da Usa e Russia, senza consultare gli europei se non a cose fatte. Il formato del summit – iniziato poco dopo le 17 – è significativo, perché la convocazione di un Consiglio Europeo informale, a 27, avrebbe comportato il serio rischio di un fallimento, visto che i leader si esprimono per consenso.
E tra i 27 il consenso, davanti all’offensiva diplomatica che arriva da Washington, non c’è: l’ungherese Viktor Orban non ha mai nascosto il proprio disaccordo nei confronti della linea adottata dai suoi colleghi sulla guerra in Ucraina. E oggi Orban non è più solo, dato che in Slovacchia governa Robert Fico, anch’egli su posizioni diverse dal mainstream Ue per quanto concerne i rapporti con il Cremlino.
I leader europei sanno che, quando non si ha un posto al tavolo, il rischio è di averlo nel menu. All’Eliseo si riuniscono dunque con Macron il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro britannico Keir Starmer (arrivato per primo), la premier Giorgia Meloni (giunta poco prima delle 17), il polacco Donald Tusk, lo spagnolo Pedro Sanchez, l’olandese Dick Schoof e la danese Mette Frederiksen, oltre alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e al segretario generale della Nato Mark Rutte.
La delicatezza del momento è sottolineata anche dal fatto che, per ora, non sono previste ufficialmente comunicazioni alla stampa. Prima dell’inizio della riunione, Macron ha parlato al telefono con Donald Trump per una ventina di minuti, hanno fatto sapere fonti dell’Eliseo. Su diversi giornali oggi è filtrata l’irritazione di Palazzo Chigi per il formato scelto, che esclude Paesi direttamente interessati dalla guerra in Ucraina e confinanti con la Russia o con l’Ucraina, come la Finlandia, i Paesi Baltici, la Romania e altri.
La presenza a questa riunione dei vertici Ue deve aver provocato qualche irritazione tra gli esclusi, tanto che il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha precisato via social che oggi è solo l'”inizio di un percorso” che vedrà coinvolta l’Ue. Ma non sono in pochi a pensare che l’Unione, con i suoi tempi di reazione giocoforza lenti, vista la necessità di trovare consenso a 27, si stia rivelando poco adatta all’epoca attuale, con la Storia che, anziché finire, ha ripreso a correre di gran carriera, dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
—internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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